Bruxelles – Arrivare a un continente a emissioni zero grazie al supporto dell’industria siderurgica. Le prospettive dell’acciaio pulito – anche con la sponda di un alleato cruciale come l’idrogeno verde – per il futuro industriale europeo si legano strettamente alle priorità politiche dell’Ue, in particolare per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. “Per raggiungere la neutralità bisogna investire e consentire la transizione, l’industria dell’acciaio può beneficiare di 700 milioni di euro per l’innovazione”, è la sintesi fornita dal direttore generale di Dg Rtd (Research and Innovation) della Commissione Ue, Marc Lemaître, nel suo intervento all’evento ‘European Clean Steel: Stand up together for a future low emission industry’ organizzato oggi (25 gennaio) a Venezia da Regione Veneto ed European Research Executive Agency (Rea) e moderato dal direttore di Eunews, Lorenzo Robustelli.
Un’occasione non solo per presentare le priorità politiche di Bruxelles per l’acciaio, ma anche per evidenziare i risultati dei progetti finanziati nell’ambito del Fondo di ricerca carbone e acciaio (Rfcs) sul piano del miglioramento dell’impronta ambientale del processo di produzione e per definire il ruolo dell’idrogeno verde per il futuro dell’acciaio pulito. “Abbiamo una produzione di 150 milioni di tonnellate all’anno, più di 300 mila lavoratori specializzati impiegati e più di 2,5 milioni di lavoratori ne dipendono indirettamente”, ha esordito Lemaître con i dati sull’industria siderurgica europea, ricordando che “questo settore deve essere decarbonizzato in un lasso di tempo ridotto, è arrivato il momento di agire e cambiarlo“. Proprio da Bruxelles può arrivare una spinta decisiva, considerato il fatto che “nel 2024 sono a disposizione 100 milioni di euro da Rfcs e 100 milioni da Horizon Europe”, contributi “fondamentali” per l’innovazione, che richiedono però “maggiore partecipazione attiva”.
Il 2024 “è un anno importante, con un bando che si chiude il 7 febbraio”, ha ricordato la direttrice dell’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (Hadea), Marina Zanchi, parlando dell’implementazione dei progetti di partnership sull’acciaio pulito, “uno strumento cruciale di collaborazione con le industrie”. L’Agenzia Ue sta finanziando 15 progetti per l’acciaio pulito (70 milioni di euro sono già stati utilizzato) in 3 aree principali: “Circolarità attraverso il miglioramento e la valorizzazione dei rottami, sviluppo e diffusione di tecnologie a bassa emissione di carbonio, e ottimizzazione del processo produttivo”, ha ricordato Zanchi. “I vecchi metodi di produzione non sono più in linea con le prospettive di un’Europa più verde” in termini di “efficienza, riduzione delle emissioni e creazione di un’economia competitiva”, le ha fatto eco il direttore dell’European Research Executive Agency (Rea), Marc Tachelet. Ecco perché Rea, all’interno del portafoglio allargato a un’iniziativa sull’acciaio pulito di Dg Rtd, ha “identificato 8 progetti per lo sviluppo di nuove applicazioni per il trasporto, per le fornaci, per le strumentazioni di produzione pulita”, ha spiegato Tachelet.
Al centro dell’interesse c’è in particolare l’idrogeno che, come assicurato dal direttore di Rea, “grazie al piano RePowerEu svolgerà ruolo fondamentale per la produzione pulita dell’acciaio”. Parole simili sono state scelte dal direttore generale Lemaître: “L’idrogeno è un alleato cruciale per la produzione di acciaio pulito, il 30 per cento della produzione dovrà essere decarbonizzato entro il 2030 utilizzando proprio l’idrogeno”. In questo senso la ricerca e l’innovazione “serviranno per trovare anche altre soluzioni e per sostenere la diffusione delle nuove tecnologie per la neutralità energetica”, con la promessa al settore siderurgico che la Commissione creerà “un’agenda per una migliore e più veloce diffusione di queste tecnologie”. Sul territorio l’interesse è “altissimo” su iniziative “come quelle sull’acciaio pulito legato all’idrogeno verde, che hanno l’obiettivo della decarbonizzazione”, ha confermato l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, nel suo intervento di apertura dell’evento a Venezia. Proprio l’idrogeno può diventare “la sfida per il futuro” della regione e dell’intero continente: “L’acciaio è un’attività molto energivora, se riusciamo a sostituire la fonte energetica basata sui fossili con l’idrogeno, possiamo ottenere grandi risultati“, ha concluso Bottacin.