Bruxelles – “La disoccupazione giovanile è la spada di Damocle sull’economia europea”. Con queste parole il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha fotografato la situazione europea parlando allo Youth Summit che si è svolto a Bruxelles. “La disoccupazione porta alla disaffezione dalla politica, e la radicalizzazione dei toni non deve sorprendere”, ha poi continuato Schulz, chiarendo come la priorità dell’Europa debba essere quella di “creare una struttura occupazionale sostenibile” che faccia leva specialmente sulle “piccole e medie imprese”. Schulz ha citato le piccole aziende italiane che “non riescono ad avere prestiti”, ponendo poi l’accento sul fatto che “in Europa sembra che non siamo capaci di credere in noi stessi”. Ha quindi fatto notare come vincente sia invece il modello americano, in base al quale “se un progetto fallisce si provano altre idee, mentre in Europa il fallimento di un’idea è considerato il fallimento di una vita”.
Detlef Eckert, direttore del programma comunitario “Europe 2020: Employment policies”, ha affermato che guardando all’ultimo anno si può trovare un aspetto positivo, ovvero “che la disoccupazione giovanile, seppur molto lievemente, sta diminuendo” grazie al progetto Garanzia giovani, il programma Ue per combattere la disoccupazione giovanile. Valérie Loirat dell’organizzazione Franco-German Youth Office ha messo in guardia sul rischio di una lost generation e di un’Europa sempre più frammentata, che “procede a velocità diverse” a seconda dell’area geografica, ed ha quindi sottolineato il problema dell’invecchiamento della popolazione dato che nel mondo del lavoro “in Paesi come l’Italia gli anziani saranno sempre di più sé i giovani continueranno ad emigrare all’estero”; infine ha messo l’accento sull’importanza della cooperazione franco-tedesca come forza motrice dell’Europa.
“È necessaria una migliore e maggiore mobilità”, ha dichiarato Massimo Maria Amorosini, direttore di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata), a patto però che sia “una mobilità equa”. Secondo Reinhard Sommer, presidente del comitato franco-tedesco del Cemr (Consiglio delle municipalità e delle regioni europee), “non si può dare un impiego a tutti i giovani nella località in cui vivono, dunque la mobilità è indispensabile”.
“Un imprenditore non può prevedere se un impiegato sarà adeguato alla sua azienda”, ha detto il conte Jacques de Lalaing, imprenditore e presidente della società belgo-tedesca, secondo cui dunque è fondamentale “un ambiente di lavoro flessibile”.
Per Brando Benifei, eurodeputato del Pd, la Garanzia giovani invece “non sta funzionando per molte ragioni, una delle quali è che le autorità locali devono far fronte alla disoccupazione senza un supporto adeguato dall’alto”, aggiungendo poi: “Dobbiamo esser onesti, né Garanzia giovani né la mobilità stanno permettendo veramente di rilanciare l’occupazione, dato che sarebbe invece necessario rilanciare completamente l’economia”. “Serve un generale recupero dell’economia”, ha poi continuato, “e la complessiva sistemazione di uno scenario macroeconomico”, senza quindi che si faccia “affidamento esclusivamente su azioni singole come Garanzia giovani o progetti di mobilità”. “Serve volontà politica di affrontare il problema” ha detto in conclusione, “dato che non possiamo pensare che bastino piccoli incentivi alle imprese per favorire la ripresa dell’occupazione se alle spalle non c’è un programma ben strutturato”.