Dopo le “rivelazioni dei media su pratiche fiscali inammissibili”, si sono create “aspettative in Europa da parte dei cittadini” ed “è necessario un intervento”. Non può dirlo esplicitamente, ma il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici si riferisce al caso Luxleaks e alla necessità di dare risposta al malcontento che ha suscitato. “Il 18 marzo presenterò un pacchetto sulla trasparenza fiscale” annuncia Moscovici, intervenendo in videoconferenza a un’audizione davanti ai senatori delle commissioni Bilancio e Politiche Ue di Palazzo Madama.
Per il commissario, questa “sarà una prima tappa decisiva per una fiscalità europea più equa ed efficace”, che prevede “una proposta di direttiva sullo scambio automatico di informazioni sul cosiddetto tax ruling”, che “consente alle aziende di pagare meno tasse” scegliendo di insediarsi nel paese in cui riscontrano maggiore convenienza fiscale.
Il titolare degli Affari economici accenna poi alle altre misure che in Europa si stanno discutendo in campo fiscale: “c’è la proposta di una base imponibile comune consolidata”, ricorda, e “in materia di fiscalità indiretta, la Commissione prevede di presentare una serie di riforme dell’Iva per ridurne il carico amministrativo”.
Inoltre, c’è una misura che a Moscovici “sta molto a cuore: l’imposta sulle transazioni finanziarie”. L’esponente dell’esecutivo europeo esprime rammarico perché “non è stato possibile adottarla a livello complessivo dell’Ue”. Tuttavia, sottolinea che “11 Paesi, tra cui Germania, Francia, Spagna e Italia, hanno deciso di avviare una cooperazione rafforzata”, la procedura che consente, anche senza l’unanimità dei 28, di adottare dei provvedimenti che però valgono solo per gli Stati che aderiscono alla procedura. “Farò tutto il possibile perché questa cooperazione rafforzata venga approvata” dal Consiglio europeo “e possa attuare la proposta della Commissione volta a scoraggiare i comportamenti speculativi abusivi” sui mercati finanziari, ha garantito il commissario.
Il titolare degli Affari economici conferma poi il sostegno di Berlaymont al percorso di riforme che l’Italia sta seguendo. “Il governo italiano ha assunto provvedimenti importanti, sul mercato del lavoro e sulle riforme istituzionali”, ha evidenziato Moscovici, aggiungendo che “si è ridotto il carico fiscale e questo dovrebbe portare a una maggiore competitività e più posti di lavoro”. Però, è l’appello del commissario, “ora il Parlamento dovrà sostenere questo processo” di riforme, che ha costituito la base su cui “ha poggiato la decisione politica di non aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia”. Secondo il componente della Commissione, infatti, è “necessario intervenire perché il semaforo passi da giallo a verde”.
Dopo il giudizio positivo sulla Legge di stabilità, il nostro paese rimane in effetti sotto osservazione, perché “la Commissione ha riscontrato squilibri macroeconomici eccessivi”, dovuti per lo più a “una scarsa competitività e un elevato debito pubblico”. Per il primo aspetto le riforme faranno vedere il loro frutti, anche se “serve tempo“, spiega Moscovici. Sul secondo “non chiediamo un rigido rispetto della regola sul debito perché non vogliamo rallentare la crescita”, concede il commissario, ma è comunque necessario che “la curva del debito diminuisca progressivamente”.