Bruxelles – Ridurre il debito, fare attenzione alla spesa pubblica, rimettere mano al sistema pensionistico. Per l’Italia nuovo richiamo sui conti e sull’agenda di riforme. Ma il nuovo invito non arriva dall’Unione europea, che già ha messo in chiaro come dovrà muoversi l’attuale governo e messo lo Stivale sotto la luce dei riflettori. L’invito arriva dall’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza economica che vede insieme Paesi europei, Stati del nord, centro e sud America, Giappone e Australia. Lo Studio economico dedicato al sistema Paese non fa che rinnovare una volta di più gli inviti espressi a livello UE.
Il dato positivo, per la terza economia dell’eurozona, è che l’Italia “ha resistito bene” alle crisi recenti. Una forte risposta di politica di bilancio, una maggiore competitività e una migliore salute del settore bancario hanno sostenuto la crescita negli ultimi anni, sostiene l’organizzazione internazionale. Ma, rileva l’OCSE, “il debito pubblico è elevato e le pressioni sulla spesa stanno aumentando a causa dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento dei tassi di interesse e delle transizioni verde e digitale“.
Con un livello di debito pari al 140 per cento in rapporto al Prodotto interno lordo, il terzo più elevato di tutta l’area OCSE, tutto questo rende innanzitutto “necessario un consolidamento di bilancio costante nell’arco di diversi anni per riportare il debito su un percorso più prudente”. Tradotto, la crescita della spesa deve essere contenuta, ma gli investimenti pubblici nel piano nazionale di ripresa (PNRR) dovrebbero essere protetti per ridurre al minimo gli effetti negativi sulla crescita.
Si stima che a spesa pubblica derivante dai costi legati all’invecchiamento della popolazione e al servizio del debito in percentuale del PIL dovrebbe aumentare di circa 4,5 punti percentuali nel periodo compreso tra il 2023 e il 2040. Ecco allora che si rende “necessario riformare il sistema pensionistico, in particolare al fine di ridurre la pressione sulla spesa derivante dalle pensioni elevate”.
Non finisce qui. Va bene il cuneo fiscale sulle imprese, ma l’OCSE invita seriamente l’Italia a prendere in considerazione di una riforma del fisco che faccia pagare le tasse a chi ha redditi veri. Introdurre una patrimoniale, insomma. “Sul fronte delle entrate, lo spostamento dell’imposizione fiscale dal lavoro alla proprietà e ai consumi tutelerebbe il gettito fiscale del Paese e, al contempo, renderebbe il sistema più funzionale alla crescita”.
Il documento dell’OCSE che fotografa la situazione del Paese esorta anche a rimettere mano al mercato del lavoro. “Il tasso di occupazione nel Paese è tra i più bassi dell’OCSE, a causa dell’elevata disoccupazione giovanile e della scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro“. Si richiedono dunque interventi in tal senso, non solo incrementando la presenza delle donne nel mercato del lavoro, ma anche aiutando le donne a non essere sole nel ruolo di genitore. “Sarebbe utile introdurre misure atte a incentivare maggiormente il congedo di paternità, anche attraverso l’introduzione di una ‘quota padre’ nel diritto al congedo parentale per entrambi i genitori”.