Bruxelles – Lo aveva annunciato a settembre in occasione del Discorso sullo stato dell’Unione e poi confermato a dicembre alle prime Giornate europee dell’agroalimentare. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, lancerà formalmente giovedì 25 gennaio il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’Ue alla presenza di una trentina di organizzazioni della filiera.
A guidare il confronto, spiegano a Eunews fonti della Commissione, sarà Peter Strohschneider, indicato per la “lunga e riconosciuta esperienza professionale”, in particolare come presidente della ‘commissione per il futuro dell’agricoltura’ (Zukunftskommission Landwirtschaft, ZKL) del governo federale tedesco. L’iniziativa, a cui parteciperanno diverse organizzazioni degli agricoltori tra cui COPA e COGECA e IFOAM Organics Europe, punterà nei prossimi mesi a “promuovere la creazione di nuove soluzioni” e a realizzare una “visione comune” entro l’estate del 2024. Dopo la riunione di avvio saranno organizzati diversi incontri tematici, che si svolgeranno nella prima metà dell’anno.
Il confronto tra agricoltori, cooperative, imprese agricole e organizzazioni non governative e i rappresentanti della società civile, servirà a mettere a fuoco sfide e opportunità per la filiera, come il reddito per gli agricoltori e le comunità rurali, il sostegno all’agricoltura “entro i confini del nostro pianeta” e dei suoi ecosistemi, lo sfruttamento delle enormi opportunità offerte dalla conoscenza e dall’innovazione tecnologica e la promozione di un futuro prospero per il sistema alimentare dell’Uein un mondo competitivo.
“L’intero sistema alimentare deve anche affrontare diverse sfide serie, come il cambiamento climatico e un mercato globale molto competitivo, con un enorme impatto sull’intero settore, in particolare sugli agricoltori e sulle comunità rurali”, ricordano fonti della Commissione. Il dialogo dovrebbe servire a trovare il giusto equilibrio tra gli obiettivi di sicurezza alimentare e il reddito degli agricoltori, non perdendo di vista gli obiettivi della transizione verde che devono coinvolgere anche il comparto (dal momento che da lì arriva oltre il 10 per cento delle emissioni).
Dallo scorso autunno la Commissione europea ha lanciato una nuova fase del Green Deal, più attenta alla realtà industriale e agli agricoltori che negli ultimi mesi hanno manifestato il loro disappunto su alcuni dei pilastri chiave della strategia per la crescita verde dell’Europa. E la loro insoddisfazione è presto diventata bandiera politica del Partito popolare europeo (Ppe) – famiglia politica della stessa von der Leyen – in vista delle prossime elezioni di giugno. Il gruppo e in generale il centrodestra europeo ha preso di mira prima la proposta di Legge sul ripristino della natura, accusata di minacciare la produzione agricola e dunque la sicurezza alimentare in un momento delicato, come quello attuale, della guerra di Russia in Ucraina. E poi, ha contribuito ad affossare la proposta di riduzione dell’uso dei pesticidi, che ormai slitterà direttamente alla prossima legislatura.
Oltre all’impasse legislativa su alcuni pilastri chiave del Green Deal, la conseguenza più evidente è che, soprattutto in vista delle elezioni di giugno 2024, la Commissione europea ha iniziato a parlare e confrontarsi in maniera più diretta con i rappresentanti del comparto agroalimentare e del mondo industriale. I primi dialoghi sulla transizione energetica dedicati all’idrogeno e all’industria energivora sono stati già lanciati alla fine del 2023.
Il presunto ritardo nell’avvio e la vaghezza dei contenuti non sono piaciuti a Copa-Cogeca, il principale gruppo di interesse a Bruxelles degli agricoltori europei che ha diramato oggi un duro comunicato al riguardo. “Un’ondata di malcontento agricolo si è diffusa in Unione europea nelle ultime settimane, alimentata dall’aumento dei costi dei fattori di produzione, da eventi meteorologici estremi e dall’incertezza economica e burocratica. Gli agricoltori, alle prese con queste sfide, esprimono profonda preoccupazione e un diffuso senso di essere incompresi”. Definiscono il dialogo “un’iniziativa positiva, anche se ha tardato a concretizzarsi. Inoltre, la portata delle discussioni rimane particolarmente vaga. Prendiamo atto dell’invito ricevuto per un primo incontro il 25 gennaio e auspichiamo presto chiarimenti”. Ricordano che la “macchina normativa europea continua a funzionare a pieno ritmo, ignorando il contesto geopolitico, climatico ed economico che sta minando le aziende agricole e i redditi degli agricoltori”. Esortano dunque la Commissione ad aprire le “discussioni sulle normative a dibattiti più ampi che comprendano soluzioni, strumenti e finanziamenti concreti per sostenere un’autentica ambizione agricola”.