In Europa ci sono “molte multinazionali che tendono a spostare gli utili per ridurre al minimo le tasse da pagare”, per questo la Commissione europea è intenzionata a dare il suo contributo per porre fine alle pratiche fiscali sleali, anche se la tassazione è “ancora di una responsabilità primaria degli Stati”. Lo ha dichiarato il vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’euro e il dialogo sociale, riferendo alla stampa del dibattito avvenuto all’interno del collegio dei commissari sulle nuove iniziative dirette a garantire un’impostazione più equa e trasparente dei regimi fiscali nell’Ue.
Per questo, ha annunciato il vicepresidente, “il mese prossimo proporremo una direttiva sullo scambio automatico delle informazioni sulle pratiche fiscali, come il tax ruling”, una direttiva su cui l’esecutivo sta lavorando “a pieno regime”, visto che “con le regole attuali il fisco ha difficoltà a vedere dove avvenga la vera attività economica di un’azienda e quindi ad applicare le regole fiscali in modo equo”. L’Europa invece dovrebbe assicurare che “il carico fiscale venga distribuito equamente tra tutti i cittadini, garantendo alle aziende un sistema chiaro, trasparente e prevedibile”, ha continuato Dombrovskis.
Per Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici, “le pratiche fiscali abusive e i regimi fiscali nocivi nascono nell’ombra”, e per questo “la trasparenza e la cooperazione sono i loro nemici naturali”. Nell’ambito della vigente normativa europea, gli Stati membri si scambiano decisamente poche informazioni sugli accordi (rulings) relativi ai loro regimi di imposizione fiscale delle società, che sono spesso molto complessi. Ciò rende difficile per le autorità fiscali valutare dove si svolge effettivamente l’attività economica di una società, e applicare equamente su tale base la normativa fiscale.