Bruxelles – Il target climatico al 2040 a febbraio, la comunicazione contro i rischi climatici e l’iniziativa per la resilienza idrica a marzo. Il primo Consiglio Ambiente informale sotto presidenza belga che si è tenuto ieri e oggi (15 e 16 gennaio) a Bruxelles ha dettato l’agenda sulle ultime priorità legislative che impegneranno la Commissione europea nel primo trimestre dell’anno. A partire da aprile, complice la necessità di ‘prepararsi’ per andare alle urne a giugno, l’esecutivo comunitario non presenterà altro.
Target 2040 senza lasciare indietro nessuno
A inizio febbraio “arriverà una comunicazione e una valutazione d’impatto dettagliata dell’obiettivo climatico per il 2040, entro sei mesi dalla valutazione globale, in linea con la Legge europea sul clima”, ha confermato oggi in conferenza stampa il commissario europeo per l’ambiente, Virginijus Sinkevičius, precisando che – in linea con la legge europea sul clima – la valutazione sarà accompagnata da una relazione sul bilancio indicativo dei gas serra per l’Ue per il periodo 2030-2050.
Secondo l’ultimo ordine del giorno della riunione del collegio, la proposta dovrebbe arrivare il 6 febbraio. I ministri europei dell’ambiente hanno avviato le discussioni sul nuovo target climatico intermedio al Consiglio Ambiente di dicembre, tornando poi sulla questione all’informale di oggi. Una discussione anch’essa “informale” durante un pranzo di lavoro che finora si è concentrata su “come mantenere un’elevata ambizione, nel contesto di una giusta transizione e mantenendo coesione sociale”, ha sintetizzato il ministro belga della transizione climatica e dell’ambiente, Alain Maron, che ha presieduto la riunione.
I consulenti scientifici dell’Ue hanno suggerito a Bruxelles di proporre una riduzione delle emissioni del 90 per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2040, pubblicando uno studio con raccomandazioni sulla fattibilità tecnologica, limiti e rischi ambientali, cooperazione internazionale. Il commissario europeo per l’Azione climatica, Wopke Hoekstra, e il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Maros Sefcovic, hanno chiarito in più di un’occasione che sosterranno il target del 90 per cento.
Sebbene le discussioni siano ancora in fase embrionale, secondo il ministro belga non ci sono tra i ministri per il momento opposizioni a un livello tale di ambizione. “Nessuno ha chiesto un target più basso”, ha precisato, senza nascondere però che c’è “preoccupazione sui fondi” necessari per centrarlo.
La Legge sul clima e il target intermedio
In sostanza, la Legge Ue per il clima (adottata a Bruxelles nel 2021) impegna tra le altre cose l’Unione europea a stabilire un nuovo obiettivo intermedio per il 2040 e un bilancio indicativo previsto per i gas a effetto serra dell’Unione per il periodo 2030-2050, ovvero quante emissioni nette di gas serra possono essere emesse in quell’arco temporale senza mettere a rischio gli impegni dell’Unione.
La legge in questione ha fissato il target di ridurre le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il 2040 è il secondo target intermedio prima di arrivare alla neutralità carbonica nel 2050. La tempistica delle discussioni per il 2040 è strettamente legata al ciclo di ambizione quinquennale dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015, che fissa l’impegno a limitare l’aumento della temperatura entro 1,5°C. Si prevede che tutte le parti dell’accordo inizieranno a pensare al prossimo obiettivo quest’anno per poi comunicarlo prima della Cop29 (29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che si terrà il prossimo anno a Baku, in Azerbaijan.
Non solo clima
Nei piani di Bruxelles non c’è solo il target intermedio al 2040. Il commissario per l’ambiente ha confermato che a marzo la Commissione europea proporrà una comunicazione contro i rischi derivati dai cambiamenti climatici e una per la resilienza idrica. Quanto alla prima, l’obiettivo principale sarà “proteggere meglio i nostri cittadini e la nostra economia dalle conseguenze dei cambiamenti climatici”, ha anticipato Sinkevicius.
Quanto alla resilienza idrica, l’iniziativa era stata annunciata dalla presidente Ursula von der Leyen a settembre nel suo Discorso sullo stato dell’Unione, pensata per garantire l’accesso all’acqua ai cittadini, natura e all’economia, affrontando al contempo le inondazioni catastrofiche e la carenza d’acqua in Europa. “Tracceremo il terreno e valuteremo come garantire che l’acqua contribuisca a creare un’economia giusta, sostenibile e resiliente”, ha spiegato ancora il commissario. Ha assicurato che non saranno stilati elenchi “di priorità nell’uso dell’acqua”, ma si cercherà di concentrarsi sull’uso efficiente della risorsa.