Bruxelles – Non un negoziato vero e proprio, ma un primo incontro informale tra istituzioni europee per avvicinarsi a un accordo sui piani di finanziamento per le tecnologie pulite che nell’idea della Commissione europea dovrebbero spianare la strada nei prossimi anni al Fondo di sovranità per l’industria green.
Si terrà nella tarda serata di oggi (15 gennaio) a Strasburgo – dove è in corso la plenaria del Parlamento europeo – la prima di una serie di riunioni interistituzionali informali tra Consiglio, Parlamento e Commissione sulla nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (chiamata con l’acronimo “Step”), proposta dall’Esecutivo comunitario a giugno scorso nel quadro della revisione intermedia di bilancio a lungo termine.
Mercoledì scorso gli ambasciatori dei 27 Stati membri Ue riuniti al Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue) hanno raggiunto un accordo di massima sul mandato negoziale del Consiglio sulla piattaforma. Un mandato ancora solo parziale perché a decidere sulle cifre con cui finanziare in concreto la piattaforma saranno i leader al Vertice Ue straordinario dedicato al bilancio che si terrà il primo febbraio.
La futura piattaforma “Step” è stata proposta dalla Commissione come strumento strutturale per finanziare parte degli obiettivi del Piano industriale per il Green Deal annunciato a febbraio scorso. L’esecutivo europeo ha proposto di mobilitare per la piattaforma 10 miliardi di euro fino al 2027, aumentando la portata del bilancio a lungo termine dell’Unione, per aumentare il budget di alcuni programmi già esistenti: InvestEu (3 miliardi), Horizon Europe (0,5), Fondo per l’innovazione (5 miliardi) e Fondo europeo per la difesa (1,5).Ed è stata proposta nel quadro di una più ampia revisione intermedia del bilancio pluriennale dell’Ue (2021-2027).
L’Europarlamento nel suo mandato negoziale adottato a ottobre ha spinto per aggiungere altri 3 miliardi di euro, fino ad arrivare a 13 miliardi fino al 2027. Nei negoziati in corso al Consiglio, Michel ha ridimensionato fortemente le posizioni di Parlamento e Commissione, convogliando nella piattaforma appena 1,5 miliardi di euro. Sulle cifre che completeranno il mandato negoziale del Consiglio dovranno raggiungere un accordo i leader al Vertice straordinario di febbraio. Finché non ci sarà accordo politico sulle modifiche al bilancio a lungo termine, non potranno iniziare i negoziati veri e propri.
Sulle cifre nulla è ancora deciso, ma è vero che diversi Stati membri sono restii ad aumentare il loro contributo finanziario al bilancio per finanziare la piattaforma. In vista dell’avvio degli incontri negoziali di questa sera, Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia hanno diffuso una dichiarazione congiunta per ribadire che “la portata e le modifiche apportate ai programmi esistenti sono straordinarie, limitate al periodo dal 2024 al 2027, e non pregiudicano i programmi e le regole di bilancio per il periodo successivo al 2027”. La portata finanziaria non è l’unico elemento di frattura tra la posizione dell’Eurocamera e la futura posizione degli Stati membri, ma potrebbe diventarlo anche il campo di applicazione.