Barroso: “Con lui una forte partnership”. Van Rompuy: “Ora lavoriamo insieme per la crescita”
E Schulz: “Mercato unico Transatlantico entro 2015”. Contenti i gruppi, dal Ppe alla Sinistra unita
Gli Stati Uniti hanno scelto: sarà ancora il democratico Barack Obama a guidare il paese per i prossimi quattro anni. Un esito accolto con favore a Bruxelles, dove i presidenti delle tre istituzioni comunitarie – esprimendo le proprie “congratulazioni” al vincitore delle elezioni – hanno sottolineato l’importanza della continuità dei rapporti con l’interlocutore a stelle e strisce. “Gli Stati Uniti sono un partner strategico dell’Unione europea, e non vediamo l’ora di continuare nella forte cooperazione creata in questi ultimi quattro anni con il presidente Obama per rafforzarla ulteriormente”, è stato il commento del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, dopo l’esito del voto statunitense.
Sulla stessa linea Herman Van Rompuy, il primo a ‘twittare’ stamattina le sue felicitazioni. Il presidente del Consiglio europeo ha sottolineato l’importanza di continuare a lavorare insieme per uscire dalla crisi. “La crescita e la creazione di posti di lavoro rimangono le priorità sia per gli Stati Uniti sia per l’Unione europea e insieme al presidente Obama continueremo a lavorare per sbloccare i nostri potenziali”. Van Rompuy ha invitato il rieletto presidente Usa a un incontro per discutere dell’agenda politica dei prossimi mesi. “Aspettiamo di incontrare Obama il prima possibile per riconfermare le nostre priorità e dare nuovo impulso alla nostra azione”.
Unione europea e Stati Uniti, ha ricordato il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, “devono affrontare le sfide del consolidamento democratico e della promozione della pace” nel mondo. Inoltre devono “contrastare il terrorismo internazionale e i cambiamenti climatici”. Nell’esprimere le proprie “congratulazioni” a Obama per la sua rielezione, Schulz ha parlato degli Usa e dell’Ue come dei “più stretti alleati del mondo” che condividono valori comuni come “la libertà, la democrazia, il rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e dello Stato di diritto”. Insomma per Schulz “quello che ci unisce è molto superiore a quello che ci divide”. L’economia resta il punto centrale anche per il presidente del Parlamento europeo che promette: “Lavoreremo affinché il mercato unico Transatlantico sia completato entro il 2015 e si basi sul principio dell’economia sociale di mercato che darà un reale impulso alla nostra economia” e per fare questo “dobbiamo continuare a rimuovere barriere non necessarie nel commercio e negli investimenti transatlantici”.
Anche il Segretario Generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha espresso le sue congratulazioni a Obama affermando che “il legame tra Europa e Nord America, basato sui valori comuni su cui abbiamo costruito la nostra Alleanza 60 anni fa rimane forte”. Per Rasmussen il presidente americano “ha dimostrato eccellenti capacità di leadership nel mantenere vivo questo legame” e per questo il Segretario Generale si augura di continuare con lui una efficace cooperazione “contro le nuove minacce, con nuove capacità e una rete più solida di partner a livello mondiale”.
E Obama, amato in Europa forse più che negli Usa, è riuscito a mettere d’accordo anche i diversi gruppi politici. A congratularsi ci sono infatti sia il Partito Popolare Europeo che la Gue/Ngl, la Sinistra europea unita. Per Joseph Daul, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo: “L’assegnazione del Nobel per la pace per l’UE di quest’anno e per il presidente americano Barack Obama nel 2009 rafforza la nostra responsabilità comune per la stabilità globale”. Daul afferma di condividere la “convinzione del presidente Obama che ‘l’America non ha partner migliore dell’Europa’” e per questo dice: “Non possiamo riposare sugli successi del passato ma dobbiamo andare avanti e rafforzare la nostra partnership”.
Da parte sua, invece, la presidente della Gue/Ngl, Gabi Zimmer, gioisce perché la vittoria di Obama ha fermato “il grave pericolo per la pace e la stabilità in tutto il mondo dalla versione retrograda e pericolosa del conservatorismo di Mitt Romney”. Ma Zimmer ha anche dei suggerimenti critici per il presidente americano: “Nel 2008 Obama promise di cambiare radicalmente il modo in cui Washington e le sue politiche influenzano il resto del mondo” e ora deve continuare su questa strada affrontando “la disoccupazione paralizzante, livelli crescenti di povertà, un deficit cronico e livelli colossali del debito” ma deve anche “mettere fine a interventi militari in Afghanistan e in altre parti del mondo”. Chissà se dopo tutti questi elogi e incoraggiamenti Obama nel suo secondo mandato non si decida finalmente a visitare anche Bruxelles, capitale d’Europa, e magari fare un discorso al Parlamento europeo, dove sicuramente riceverebbe l’ovazione degli eurodeputati.