Né Mare nostrum, né Triton “risolveranno mai il problema” dell’immigrazione e dei morti in mare, finché non saremo in condizione di risolvere la questione della Libia, da dove partono questi scafisti”. Dopo l’ennesima tragedia – con oltre 300 vittime, stimate in base ai racconti dei 9 sopravvissuti trovati ieri a bordo di altri due barconi – il premier Matteo Renzi indica quello che considera il vero “punto politico” su cui lavorare, insieme con i governi degli altri Paesi membri, per risolvere l’emergenza e impedire che il Mediterraneo continui a essere un cimitero per i migranti.
Chi sostiene che il problema sia Mare nostrum o Triton, secondo il capo dell’esecutivo, “è come lo stolto che quando il dito indica la luna guarda il dito”. Certo, concede, del rafforzamento della missione controllata da Frontex o della ricostituzione di Mare nostrum, questa volta in chiave europea, “si può discutere, chiedendo all’Europa di intervenire di più, e lo faremo”. Ma non è così che si risolve la questione, perché “non è che quando c’era Mare nostrum la gente non moriva e adesso sì”, sottolinea Renzi.
Bisogna “chiedere ai nostri colleghi europei, con maggiore determinazione, di considerare che non ci sono solo l’Ucraina e la Grecia, ma anche la Libia e il Mediterraneo”. È quello che “farò al Consiglio europeo a nome dell’Italia”, annuncia l’inquilino di Palazzo Chigi, secondo il quale è urgente dare stabilità a quel paese che “da mesi, ormai da anni, è totalmente fuori controllo”, ma con il quale è necessario stringere accordi di collaborazione, una volta che ci sarà un governo stabile e riconosciuto da tutti.