A fine novembre scorso, il sottosegretario con delega alla Coesione territoriale, Graziano Delrio, lanciava un all’allarme per il rischio di dover disimpegnare una parte consistente dei fondi europei della programmazione 2007-2013. C’erano circa due miliardi di euro pendenti, la cui spesa doveva essere certificata entro il 31/12/2014. Esaminando i dati disponibili sul sito opencoesione.it, aggiornati all’ultimo giorno dello scorso anno, si scopre che l’Italia è riuscita a limitare notevolmente i danni, disimpegnando solo 51,4 milioni di euro. Di questi, tuttavia, solo 32,3 milioni sono quelli che l’Italia restituisce effettivamente a Bruxelles, in quanto i restanti 19,1 sono relativi alla quota di cofinanziamento nazionale.
Dei 52 Programmi operativi finanziati dai fondi Fesr e Fse, solo 3 non hanno raggiunto gli obiettivi di spesa per il 2014. Si tratta di due programmi nazionali – il Pon Reti, per il quale sono stati rispediti a Bruxelles 23,7 milioni, e il Poin Attrattori, con altri 4,3 milioni persi – oltre a un programma regionale, il Por Bolzano finanziato con il fondo Fse, per il quale sono tornati al mittente 23,4 milioni. Il totale fa 51,4 milioni di risorse non sfruttate, appunto.
I progressi fatti dalla Sicilia e dalla Calabria hanno quasi dell’incredibile. Quando Delrio denunciava il rischio di perdere 2 miliardi, l’Isola aveva quasi 600 milioni ancora da rendicontare, mentre la Regione in punta allo Stivale oltre 300. In poco più di un mese sono riuscite entrambe a raggiungere gli obiettivi, superando addirittura il target fissato dall’Ue.
In totale, tra Fesr e Fse, l’Italia ha speso il 70,7% delle risorse a disposizione per il periodo 2007-2013 – 46,7 miliardi complessivi, 28 dei quali a carico dell’Ue – a fronte di un obiettivo fissato da Bruxelles al 66,7% entro il 2014. La performance migliore appartiene al Por Fse della Provincia autonoma di Trento, che con il 95,5% di risorse già spese, supera di 20 punti l’obiettivo comunitario, indicato al 75,5%. Il risultato peggiore è quello della vicina provincia autonoma di Bolzano, che con il citato fondo Por Fse è arrivata a spendere solo il 60,1% delle risorse, a fronte di un obiettivo fissato al 75,7%, perdendo appunto 23,4 milioni di euro.
In base alla regola cosiddetta “n+2”, che prevede l’obbligo di certificare la spesa effettuata entro i due anni successivi all’impegno preso, il 2015 è l’ultimo anno utile per completare gli investimenti finanziati con i fondi strutturali europei 2007-2013. Ci sono ancora 13,5 miliardi da spendere, di cui 9 sono destinati alle Regioni del Mezzogiorno.