colonna sonora: John Carpenter – Escape from New York (extended version)
Nel Paese in cui si promuove il Jobs Act e si attua la Spending Review, cioè parole che nulla hanno a che vedere col vocabolario del Paese stesso, anche se incideranno profondamente sulla sua vita (“incidere” nel senso di “perforare la pelle fino a farla sanguinare”), ma sono volte ad una modernizzazione e internazionalizzazione, alla faccia degli anziani o di chi ha interrotto gli studi per cause di forza maggiore, i quali restano perplessi a chiedersi cosa diavolo vogliano dire ‘ste parole strane, ecco che invece secondo la maggior parte dei quotidiani oggi ci ritroviamo ad aspettare la terza “chiama”, termine squisitamente burocratico, e infatti orripilante, preso direttamente dal 1600.
Neologismi e vetulogismi a parte (“vetulogismo” è un neologismo appena coniato per indicare un logismo vetusto, se mai la parola “logismo” abbia un senso da sola – promemoria: telefonare agli amici della Crusca prima di pubblicare; per farmi mandare altre confezioni di polvere per l’espletazione intestinale, problema che mi sta tanto a colon) l’Italia si ritrova a dover eleggere, nuovamente, la più alta carica dello Stato.
Il Presidente della Repubblica dev’essere una figura di garanzia, che conosca i segreti più torbidi dell’apparato statale ma sia pronto a portarli con sé nella tomba per non far saltare il sistema, di sesso maschile per non destabilizzare il potere fallocratico insito nella società del “delitto d’onore” e delle “veline” e soprattutto molto anziano, che non abbia assolutamente idea della situazione odierna dei più giovani, totalmente lontani da lui, che rappresentano, è vero, il futuro del Paese ma comunque un futuro in cui lui non sarà coinvolto e quindi ciccia.
Il vecchio Presidente Napolitano alla seconda fumata nera ha avuto una sorta di crisi isterica inziando a gridare “io non ci torno più là, adesso basta, voglio andare a giocare a briscola al baretto e fermarmi a guardare i cantieri con le braccia dietro la schiena!”. E’ stato poi calmato dai grandi elettori (tutti altissimi e oltre la tonnellata), che gli hanno anche sconsigliato di fumare il nero alla sua età.
Ma tanto Renzi ha già deciso che il presidente sarà Mattarella, (se non sapete chi è tranquilli, siete normali) infatti non si capisce perché si debba votare. Anzi è stato molto più specifico, ha deciso che Mattarella verrà votato al quarto scrutinio, dopo tre giri di schede bianche, prima del weekend, che poi domenica ci sono le partite. Ora, io non ho studiato scienze politiche, anzi diciamo che non ho mai studiato niente e sono sempre andato avanti solo grazie ad un’acutissima intelligenza e al sorriso magico, ma proprio non riesco a capire. Durante educazione civica cercavo di mettere la lingua in bocca alla mia dirimpettaia di banco, ma davvero la Costituzione prevede una cosa simile?
A detta degli addetti, la mancata elezione del Presidente nel 2013 è stato uno dei punti più bassi della storia della democrazia italiana, in un periodo in cui i cittadini erano già sfiduciati nei confronti della classe dirigente (chissà per quale motivo!?), situazione poi risoltasi grazie all’abnegazione del pluripresidente Napolitano e all’entrata a gamba tesa dell’attuale Presidente del Consiglio. Ma oggi i cittadini, quelli che non sanno cosa significa “spending review” o “jobs act” o “la quarta chiama”, ma anche quelli che lo sanno e si interrogano sulla scelta delle suddette parole, perché dovrebbero aver fiducia in un sistema che prevede tre voti a vuoto per poi raggiungere l’elezione di un candidato prescelto, prima del weekend?
Questa è una rubrica dichiaratamente qualunquista e nazionalpopolare, sponsorizzata dalla signora che aspetta l’autobus stringendo la borsetta se si avvicina uno straniero, ma vedere patti segreti tra teorici nemici, alleanze che rimangono salde solo per restare al governo, gente come Antonio Razzi che ha voce in capitolo sul nome del Capo dello Stato, giri di schede bianche per arrivare ad avere un presidente democristiano settantaquattrenne, non fa altro che allontanarmi ulteriormente dai palazzi del potere, dove la politica ormai non c’entra più niente.
E invece l’attenzione si focalizza tutta in Grecia, dove forse qualcosa di bello sta per succedere. Magari quel piccolo Paese tornerà ad essere la culla della civiltà e sarà un nuovo inizio per una sinistra che sembrava morta dai tempi dei grandi movimenti antiglobalizzazione.
Buon uichènd a chi vota scheda bianca, ci mette una fetta di prosciutto con scritto “magnateve pure questo” e poi va in vacanza a Mikonos.