La scelta degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili compiuta dagli Stati membri Ue non è stata lungimirante ed è costata all’Europa 100 miliardi di dollari più del necessario. Questa la conclusione del Forum economico mondiale (Wef), secondo il quale i Paesi europei non sempre hanno scelto di investire nella fonte di energia rinnovabile a loro più conveniente sia dal punto di vista climatico che geografico. Da qui il costo elevato dell’errore di investimento.
“Appare ovvio alla maggioranza dei cittadini europei che mentre l’Europa meridionale gode della maggioranza delle radiazioni solari, l’Europa del nord può contare sul vento”, afferma l’organizzazione no-profit all’interno del suo ultimo rapporto. Tuttavia, il Forum economico mondiale rileva invece come gli investimenti dell’Ue nelle rinnovabili non riflettano questa considerazione. Nonostante la radiazione solare della Spagna sia “superiore del 65% a quella della Germania (1750 contro 1050 kWh/m2)”, Berlino ha installato, nel settore del solare fotovoltaico, una potenza estremamente più elevata rispetto a Madrid. Si parla del 600% in più, con la Germania che detiene 33 gigawatt rispetto ai 5 della Spagna. Al contempo, nonostante la penisola iberica sia caratterizzata da minor vento rispetto a quello presente in altri Paesi nordici, Madrid ha installato una capacità di 23 gw per l’energia eolica.
Questa mancata distribuzione ottimale delle risorse è costata all’Ue circa 100 miliardi in più “rispetto a quelli che avrebbe speso se ciascun Paese europeo avesse investito nella risorsa rinnovabile nella quale detiene la capacità più efficiente”. Non solo. Guardando all’uso ottimale delle risorse rinnovabili tra gli Stati membri, “l’Ue avrebbe potuto risparmiare altri 40 miliardi di dollari”, ha concluso il Forum economico mondiale.