Bruxelles – Primo febbraio. Il Vertice europeo straordinario per trovare un accordo sulla revisione intermedia del bilancio a lungo termine (2021-2027) ha già una data. A confermarlo oggi (18 dicembre) il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ne aveva evocato la necessità dopo che i capi di stato e governo non sono riusciti a trovare la quadra al Vertice della scorsa settimana.
A mettersi contro la revisione del quadro finanziario dell’Ue fino al 2027 è l’Ungheria, contraria in sostanza al nuovo strumento di finanziamento per l’Ucraina del valore di 50 miliardi di euro di bilancio comunitario. Invece che trascinare le discussioni oltre la durata del Consiglio, Michel ha preso atto venerdì della sostanziale convergenza di 26 governi su 27, ha quindi bloccato le discussioni e ha rimandato le decisioni al 2024 evocando la necessità di un Vertice straordinario per discutere solo di bilancio. Non è da escludere che si possa lavorare a una soluzione a 26, superando il problema della unanimità sganciando i 50 miliardi di sostegno all’Ucraina in uno strumento separato e lasciare alla revisione del bilancio solo la copertura delle priorità Ue, come è emerso la scorsa settimana.
64 miliardi per le nuove priorità dell’Ue
Sostegno all’Ucraina, migrazione e dimensione esterna, piattaforma Tecnologie strategiche per l’Europa, il fondo di ripresa NextGenerationEU, i pagamenti di interessi, strumenti speciali, nuove risorse proprie ed elementi che riducono l’impatto sui bilanci nazionali. Questo il pacchetto di compromesso messo sul piatto dal politico belga. Cifre, soprattutto in termini di risorse fresche, che il capo del Consiglio europeo rivede al ribasso.
Secondo la proposta di Michel, che sarà ora ridiscussa a febbraio, l’aumento di budget arriverebbe a un totale di 64,6 miliardi di euro, di cui 33 miliardi di prestiti e 10,6 miliardi di riallocazioni dalle risorse del quadro esistente esistente. Michel propone di mantenere le risorse per l’Ucraina a 50 miliardi di euro (di cui 17 miliardi di euro di sussidi a fondo perduto e 33 miliardi di euro di prestiti); 2 miliardi per la gestione dell’immigrazione e delle frontiere e 7,6 miliardi per il vicinato e il mondo; 1,5 miliardi destinati al Fondo europeo per la difesa nell’ambito del nuovo strumento Step (Piattaforma di tecnologie strategiche per l’Europa); altri 2 miliardi di euro per lo strumento di flessibilità e infine 1,5 miliardi per la riserva di solidarietà e aiuto.