Bruxelles – La Commissione europea si dice pronta a svelare i suoi piani per sfruttare i beni russi congelati dalle sanzioni occidentali per la ricostruzione dell’Ucraina. Il collegio dei commissari si riunirà domani (12 dicembre) a Strasburgo – dove è in corso la plenaria del Parlamento europeo – per discutere e approvare la proposta sugli asset congelati in quella che sarà anche l’ultima riunione del collegio prima della fine dell’anno.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ne aveva accennato l’idea per la prima volta al Consiglio europeo di fine giugno con approccio prudente, definendola ancora una questione divisiva e complessa, dal momento che potrebbe comportare dei rischi per l’attrattività internazionale dell’euro. I capi di stato e governo ne hanno poi discusso in maniera più o meno approfondita durante l’ultimo Vertice europeo di ottobre in cui von Leyen ha stimato in 211 miliardi di euro il valore di questi asset congelati e presi di mira dagli 11 pacchetti di sanzioni dell’Ue.
E’ in quella occasione la leader tedesca ha anticipato il lavoro di Bruxelles sulla proposta che inizialmente si dovrebbe concentrare sui cosiddetti extra profitti. In altre parole, l’idea è quella di presentare una proposta per trovare un modo per utilizzare i proventi di tali attività di cui attualmente beneficiano un numero limitato di istituzioni finanziarie nell’Unione Europea. Questi profitti straordinari sono già piuttosto consistenti e l’idea è di metterli in comune e poi incanalarli attraverso il bilancio dell’Ue “in blocco” verso l’Ucraina e per la ricostruzione dell’Ucraina. Il tema dell’uso dei proventi ricavati dagli asset russi congelati per contribuire ad aiutare l’Ucraina nella ricostruzione è abbastanza controverso ed è potenzialmente un argomento divisivo, perché può comportare dei rischi per l’attrattività internazionale dell’euro.