“Deve essere chiaro che nessun governo” europeo “parla di sospendere il sistema Schengen o ristabilire controlli alle frontiere”. Lo dichiara Paolo Gentiloni nella sua informativa al Senato sugli attentati di Parigi. “Sacrificare la libertà di circolazione – prosegue il ministro degli Esteri – sarebbe un prezzo inaccettabile da pagare al terrorismo e alle sue iniziative”. E’ una risposta a quanti, in seguito ai sanguinosi eventi degli scorsi giorni in Francia, chiedono misure restrittive sulle frontiere.
Tra questi il leghista Matteo Salvini, secondo il quale bisogna “sospendere subito il Trattato di Schengen e reintrodurre i controlli alle frontiere di ogni singolo Stato”. Secondo l’europarlamentare e segretario del Carroccio, “l’Italia lo fece nel 2001, per il G8 di Genova, e nel 2009 dopo il terremoto. La Norvegia dopo la strage di Breivik. La Polonia per una conferenza sul clima. Altri limiti furono imposti per gli ultrà negli stadi”. Perché, si chiede, “per bloccare i fanatici islamici non si può fare?”
La posizione di Forza Italia appare un po’ contraddittoria. La presidente del Comitato Shenghen, Laura Ravetto, è “contraria a qualunque cancellazione di Schengen e al suo snaturamento”. Ricordando che “qualunque modifica al Trattato passa sempre per il Parlamento”, lascia intendere lì darà battaglia. Per la vicepresidente dei deputati di Fi, Maria Stella Gelmini, “attivare una regia europea nelle politiche di security è decisivo almeno quanto rivedere alcune norme di Schengen”. Se Ravetto teme una revisione del Trattato, dunque, Gelmini invece la auspica.
Per quanto riguarda l’esecutivo, il sottosegretario alle Politiche Ue, Sandro Gozi, ribadisce la contrarietà a ipotesi di modifica di Schengen. Per Gozi, le risposte che l’Europa deve dare sul piano della sicurezza sono altre. In primo luogo è necessario “utilizzare meglio il Sistema informativo Schengen”. Poi bisogna “convincere il Parlamento europeo a chiudere la direttiva Pnr (Passenger name record)”, che garantirebbe un migliore monitoraggio sugli spostamenti aerei. Inoltre, secondo il sottosegretario, “serve una gestione comune anche delle indagini” sul terrorismo internazionale, da realizzare affidando tale compito “alla Procura europea”. Infine, un ulteriore aspetto riguarda la condivisione delle informazioni tra le forze di polizia degli stati membri. Su questo, secondo Gozi, si può migliorare prevedendo un “Comitato comune di intelligence”. Di queste e altre proposte si occuperanno i ministri degli Interni europei, i quali si incontreranno per un vertice straordinario sulla sicurezza, a Bruxelles, venerdì prossimo.