A partire da questa domenica, chi è stato vittima di violenza o stalking, potrà muoversi da un Paese Ue all’altro con molta più tranquillità. Nei prossimi giorni entreranno infatti in vigore le nuove norme europee per rendere riconosciuti in tutta l’Ue, in modo rapido e semplice, tutti gli ordini di restrizione, protezione e allontanamento emessi in un signolo Stato membro, mediante una semplice certificazione.
In passato le vittime dovevano passare attraverso procedure complesse per estendere gli effetti di una misura di protezione nazionale agli altri Stati membri dell’Ue ed erano costrette ad avviare una procedura diversa per la certificazione in ogni Paese. Lungaggini burocratiche che ora non esisteranno più grazie a due strumenti distinti: il regolamento relativo al riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile e la direttiva sull’ordine di protezione europeo. I due strumenti, insieme, garantiranno il riconoscimento in qualsiasi Stato membro dell’Ue degli ordini di protezione emessi per tutelare le vittime di violenza. I meccanismi rispecchiano le differenze che caratterizzano le misure di protezione nazionali degli Stati membri, che possono essere di natura civile, penale o amministrativa. L’insieme delle norme garantirà la libera circolazione delle tipologie di misure di protezione più comuni nell’Ue.
“Le vittime di violenza ora potranno far valere i propri diritti anche al di fuori del loro Paese, ovunque vadano in Europa”, sottolinea Věra Jourová, Commissaria Ue per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere. Con la nuova procedura, sottolinea, le vittime di violenza, potranno “andare avanti con la propria vita e potranno scegliere di vivere in un altro Stato membro dell’UE o di andare in vacanza senza temere per la propria sicurezza”.
La necessità di assicurare assistenza e protezione alle vittime è ribadita da una relazione pubblicata oggi dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), le cui conclusioni sottolineano il bisogno di servizi di sostegno più mirati. Nonostante i passi avanti, in molti Stati membri, questi servizi devono essere ulteriormente migliorati. Assicurare alle vittime l’accesso a servizi di sostegno mirati (compresi il sostegno e la consulenza per i traumi subiti), rimuovere gli ostacoli burocratici per l’accesso al patrocinio gratuito e fare in modo che le persone siano informate circa i loro diritti e i servizi disponibili sono alcune delle proposte concrete di miglioramento.Entro il 16 novembre2015 diventerà vincolante per gli Stati membri anche una direttiva Ue, entrata in vigore nel 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, sostegno e protezione per le vittime ovunque si trovino nell’Unione.