Bruxelles – Animali da allevamento, animali domestici, animali da pelliccia. È onnicomprensivo il nuovo pacchetto sul benessere animale presentato oggi (7 dicembre) dalla Commissione Europea, una serie di proposte per aggiornare e migliorare le norme su allevamento, custodia, cura e trasporto di animali vivi, con un’appendice sulla questione del (possibile) divieto di pellicce animali. “Il benessere animale è un tema che sta molto a cuore ai cittadini dell’Ue e lavorare per migliorarlo è stata la nostra priorità politica fin dal primo giorno”, ha messo in chiaro la commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, presentando insieme al vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal, Maroš Šefčovič, il nuovo pacchetto.
Tre filoni di intervento normativo, che ora dovranno passare dai co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue (i primi due) e dalla valutazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (il secondo). In primis la questione del trasporto degli animali vivi. Le norme attualmente in vigore risalgono al 2005, “non rispecchiano più le realtà attuali, le più recenti conoscenze e consulenze scientifiche, gli obiettivi di sostenibilità o le legittime preoccupazioni dei nostri cittadini”, è quanto evidenzia l’esecutivo comunitario, ricordando che la questione interessa 1,6 miliardi di animali trasportati ogni anno da e verso l’Ue. La prima proposta è quella di ridurre i tempi di viaggio, con “norme speciali” per gli animali da macello e quelli vulnerabili – “come i vitelli non svezzati e le femmine gravide” – e il vincolo di scaricarli per periodi di riposo, alimentazione e abbeveraggio durante i viaggi più lunghi. Da aumentare i margini dello spazio minimo di trasporto, “adattati a ciascuna specie”, mentre saranno applicate “condizioni rigorose” in caso di temperature estreme. Per esempio, oltre i 30 gradi il trasporto sarà limitato alle sole ore notturne, sotto i -5 gradi la durata del viaggio non dovrà superare le nove ore e in ogni caso sotto gli 0 gradi i veicoli dovranno essere coperti per proteggere gli animali dall’esposizione al freddo. Saranno rafforzate le regole per l’esportazione di animali vivi dall’Ue e saranno utilizzati “al massimo” gli strumenti digitali di controllo.
La seconda direttrice è quella del benessere animale per cani, gatti e altri animali domestici. “Il commercio è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, con un valore annuo di 1,3 miliardi di euro“, sottolinea la Commissione Ue, precisando che questo però non si è tradotto in un’armonizzazione degli standard per l’allevamento professionale, la detenzione e la vendita: “Esistono numerose prove di pratiche al di sotto degli standard e di abusi“, con il commercio illegale che “ha subito un’impennata, accelerata dal mercato online in crescita al 60 per cento del totale”. Ecco perché la proposta del gabinetto von der Leyen si concentra sulle norme per allevamenti, stabilimenti, negozi e rifugi. Per la prima volta si applicheranno su tutto il territorio comunitario standard minimi per l’allevamento, la custodia, la cura e il trattamento degli animali domestici, inclusi requisiti rigorosi di tracciabilità e controlli automatizzati per le vendite online per verificare l’identificazione e la registrazione (anche in fase di importazione extra-Ue). Inoltre i Paesi membri dovranno offrire una formazione agli addetti alla gestione degli animali “e chiunque acquisti un cane o un gatto dovrà essere informato sull’importanza di una proprietà responsabile”.
E infine c’è la questione del divieto di pellicce, anche non formalmente parte del pacchetto di proposte sul benessere animale. “La Commissione ha incaricato l’Efsa di fornire un parere scientifico sul benessere degli animali allevati per la pelliccia, sulla base di questo contributo scientifico e di una valutazione degli impatti economici e sociali, comunicheremo l’azione più appropriata”, è la risposta del gabinetto von der Leyen all’iniziativa dei cittadini europei Fur Free Europe, che si pone proprio l’obiettivo di stabilire una legislazione comunitaria armonica sul divieto di allevamento di animali per il commercio di pellicce. A livello di tempistiche l’esecutivo Ue rende noto che l’Agenzia Ue inizierà ora la valutazione e fornirà il suo parere scientifico “entro marzo 2025”.
L’iniziativa dei cittadini – registrata dalla Commissione Ue il 16 marzo 2022 e che è stata appoggiata dall’Eurocamera poco più di un mese fa – ha raccolto il sostegno di 1,5 milioni persone, raggiungendo la soglia richiesta in 18 Stati membri. Secondo quanto si legge nel report dedicato, l’allevamento di animali per pellicce è da vietare per tre motivi: perché anti-etico, perché insicuro e perché non sostenibile. “Le complesse esigenze comportamentali delle specie animali selvatiche, come volpi e visoni, che vengono allevate per la pelliccia non possono essere soddisfatte negli allevamenti”, viene specificato nel primo punto, “indipendentemente dal luogo in cui viene praticato“. A proposito della salute, “durante la pandemia Covid-19 centinaia di allevamenti di visoni sono stati colpiti da epidemie e si è scoperto che nuove varianti del virus Sars-CoV-2 sono state trasmesse all’uomo dagli animali”. E infine la sostenibilità: “La tolettatura e la tintura delle pellicce comportano l’uso di sostanze chimiche tossiche” e questa lavorazione “si colloca tra le prime cinque industrie a più alta intensità di inquinamento” da metalli tossici.