Bruxelles – Pane e marmellata? Un grande classico della colazione, che a breve potrà cambiare. Sicuramente in etichetta. La commissione Ambiente del parlamento europeo ha approvato (73 favorevoli, 2 contrari e 10 astenuti) le proposte di modifica a quella che viene più comunemente chiamata “direttiva colazione”, per via degli interventi riguardanti miele, succhi di frutta, marmellate e confetture.
Per quanto riguarda succhi di frutta e marmellate, i deputati concordano sul fatto che l’etichetta “senza zuccheri aggiunti” dovrebbe essere consentita per i succhi di frutta ma non per i nettari di frutta. Inoltre, per soddisfare la crescente domanda di prodotti a basso contenuto di zucchero, i succhi di frutta riformulati possono essere etichettati come “succhi di frutta a ridotto contenuto di zuccheri”. Ancora, le nuove tecniche che rimuovono gli zuccheri presenti naturalmente nei succhi di frutta, nelle marmellate, nelle gelatine o nel latte non dovrebbero portare all’uso di dolcificanti per compensare l’effetto della riduzione dello zucchero sul gusto, sulla consistenza e sulla qualità del prodotto finale.
Quanto alle proprietà nutrizionali o benefici, i parlamentari indicano la via della neutralità. La proposta di modifica vogliono che che sull’etichetta dei succhi di frutta a ridotto contenuto di zucchero non devono essere riportate indicazioni relative a proprietà positive, come i benefici per la salute.
C’è poi la questione del ‘made in’. Per i succhi di frutta, le confetture, le gelatine, le marmellate e la purea di castagne zuccherate, i deputati vogliono che sull’etichetta frontale sia indicato anche il paese d’origine della frutta utilizzata per produrre il succo. Se la frutta utilizzata proviene da più paesi, i paesi di origine devono essere indicati in etichetta in ordine decrescente in base alla loro proporzione. Per quanto riguarda le marmellate, i deputati sono d’accordo con la proposta di aumentare il contenuto minimo di frutta, riducendo lo zucchero aggiunto richiesto per alcuni prodotti, e di consentire l’uso del termine “marmellata” per tutte le marmellate (in precedenza questo termine era consentito solo per le marmellate di agrumi).
Cambiamenti in arrivo anche per il
miele. Il testo che esce dalla commissione Ambiente (all’esame dell’Aula nella sessione plenaria del 11-14 dicembre) accoglie e raccoglie
il parere della commissione Agricoltura, e stabilisce che
il Paese in cui è stato raccolto il miele deve apparire sull’etichetta nello stesso campo visivo dell’indicazione del prodotto. Se il miele proviene da più paesi, questi devono essere indicati in etichetta in ordine decrescente in proporzione. Nel caso in cui il miele sia di origine extra-Ue per oltre il 75 per cento del suo utilizzo, questa informazione deve essere indicata chiaramente anche sull’etichetta frontale.
Infine, con l’obiettivo di limitare ulteriormente le frodi sul miele, compreso l’uso di sciroppi di zucchero nel miele che è molto difficile da individuare, i deputati vogliono anche istituire un sistema di tracciabilità lungo la catena di approvvigionamento per poter risalire all’origine del miele. Sono esentati lli apicoltori nell’UE con meno di 150 alveari.