Bruxelles – Da un lato, fissare a livello globale un prezzo sul carbonio. Dall’altro, introdurre obiettivi vincolanti a livello globale sui target rinnovabili ed efficienza. Sono due le priorità chiave che contraddistingueranno il mandato dell’Unione europea alla prossima Cop28, la Conferenza delle Unite sui Cambiamenti climatici che prenderà formalmente il via domani (30 novembre) a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Il sipario si alzerà domani, ma per Bruxelles le giornate politicamente decisive saranno quelle di venerdì e soprattutto di sabato, quando la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, annuncerà formalmente l’iniziativa globale per triplicare (rispetto alle stime del 2022) la capacità installata di energia rinnovabile portandola a 11 TW e raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030.
L’iniziativa era stata annunciata dalla leader tedesca ormai sette mesi fa, nel suo intervento al Forum delle principali economie su energia e clima organizzato dall’amministrazione statunitense e ospitato da Joe Biden. Da allora, a quanto si apprende a Bruxelles, all’iniziativa hanno aderito almeno 100 Paesi e altri potrebbero aderirvi durante le prossime giornate di vertice di Dubai. Entrambi i target dovrebbero essere misurati in riferimento ai target del 2022. Come ampiamente anticipato nei mesi scorsi dalla Commissione europea, su energie verdi e risparmio consumi l’Unione europea punterà alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ad alzare le ambizioni globali, dopo aver di recente aumentato le ambizioni europee tanto in termini di rinnovabili che di efficienza.
L’energia sarà una delle grandi priorità dell’Ue alla Cop28 dal momento che almeno i due terzi delle emissioni arrivano dai settori dell’energia. Ma non sarà l’unica. Focus anche sull’aumento dei finanziamenti per il clima, vista la necessità di passare da “miliardi a trilioni”. Nel 2009, si è stabilito un obiettivo di raggiungere i 100 miliardi di dollari all’anno per i paesi più poveri entro il 2020, un obiettivo raggiunto solo lo scorso anno, con due anni di ritardo.
Quest’anno i partecipanti dovrebbero gettare le basi per un nuovo obiettivo di finanziamento successivo ai 100 miliardi. A detta di Bruxelles, la chiave per aumentare le risorse è quella di determinare un prezzo globale del carbonio e indirizzare i ricavi a un ‘tesoretto’ di finanziamenti per il clima. E su questo insisterà la Commissione europea. L’Unione europea ha introdotto nel 2005 il suo sistema di scambio quote di emissioni, il mercato del carbonio Ets, con cui secondo i dati snocciolati da von der Leyen un paio di mesi fa avrebbe ottenuto ricavi per 142 miliardi di euro e allo stesso tempo le emissioni sono state ridotte del 35 per cento. Bruxelles è convinta che fissare un prezzo al carbonio sia uno degli strumenti più efficaci per tagliare le emissioni in modo da obbligare chi inquina a pagare una tassa. La Commissione conferma di essere al lavoro con i Paesi interessati per fare sì che almeno il 60 per cento delle emissioni globali sia coperto dalla tariffazione del carbonio entro il 2030. Ad oggi solo il 33 per cento ne è coperto, con entrate per almeno 95 miliardi di dollari.
Sembra invece ormai certo che già nelle prime giornate di Conferenza sarà reso operativo “il fondo per perdite e danni”, su cui si è raggiunto un accordo di massima nei giorni scorsi tra i negoziatori delle parti. Lo scorso anno, durante la COP27 i Paesi si sono accordati per lanciare un fondo per perdite e danni insieme a un “comitato transitorio” per guidarne l’attuazione. Dopo l’accordo di principio raggiunto nelle scorse settimane sembra ormai probabile che venga formalizzato anche l’accordo sul Fondo. Dall’8 al 12 dicembre una delegazione dell’Eurocamera sarà presente ai lavori della Conferenza.