Il piano di investimenti promosso da Jean-Claude Juncker e approvato ieri sera dal Consiglio europeo è solo il punto di partenza per riuscire a far ripartire l’economia europea, perché in realtà c’è ancora molto altro da fare. Questa è la considerazione che sembra trovare d’accordo i gruppi del Partito popolare europeo (Ppe) e dell’Alleanza progressista dei socialisti e democratici (S&D) al Parlamento Ue. Per i popolari europei, l’approvazione a tempo record del piano investimenti “rappresenta un segnale importante e forte”, ma gli Stati membri ora “devono impegnarsi pienamente a metterlo in atto”.
Più critici i socialisti secondo cui “la vera battaglia per una maggiore flessibilità non è ancora finita”, ha dichiarato il presidente Gianni Pittella. Il gruppo S&D vorrebbe che si giungesse, possibilmente all’inizio del 2015, a una definizione chiara della flessibilità e dei criteri di scelta dei futuri progetti di investimento in Europa. In particolare, per quanto riguarda la flessibilità, “il concetto deve abbracciare la neutralizzazione dei contributi nazionali al futuro fondo di investimenti strategico europeo, ed il finanziamento pubblico dei progetti comunitari”, ha sottolineato Pittella. Secondo i socialisti, entrambe le misure possono essere implementate dal Consiglio “senza influenzare il Patto di Stabilità e crescita”. Soltanto così il piano Juncker, “sarà in grado di attirare gli investimenti privati necessari a stimolare la crescita e a favorire la creazione di posti di lavoro”.
Per i popolari invece, ora che il piano di investimenti ha ricevuto il via libera dai Ventotto, spetta agli Stati membri fare la loro parte affinché questo possa tradursi a tutti gli effetti in uno strumento di crescita economica europea. Di conseguenza, “il maggior numero possibile di Stati membri devono mettere a disposizione più soldi possibili”, ha dichiarato Manfred Weber, leader dei Ppe. Al contempo, i nuovi investimenti non devono comportare un allentamento del Patto di crescita e stabilità. “Riforme strutturali, investimenti e stabilità vanno di pari passo”, ha concluso Weber.