“Il forte consenso espresso nelle elezioni del 25 maggio per il partito che guida il governo italiano ha oggettivamente garantito accresciuto ascolto e autorità nel concerto europeo”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parlando in occasione del saluto natalizio alle alte cariche dello Stato, rinnova il suo appoggio al premier Matteo Renzi.
In forza di quel risultato elettorale, per Napolitano, l’Italia ha potuto incidere “per un cambiamento delle politiche dell’Unione e per una sua guida che favorisse la svolta per la crescita”, superando quelli che il presidente ha definito “i limiti divenuti soffocanti e controproducenti dell’austerità”.
Il presidente ha sottolineato anche il “rilevante riconoscimento per il ruolo del nostro Paese”, ottenuto grazie alla nomina dell’Alto rappresentante per la Pesc “nella persona del ministro degli Esteri Federica Mogherini, chiamata a rappresentare, a far crescere e a dirigere la politica estera e di sicurezza comune europea”.
Il presidente ha poi lasciato intendere che rimarrà al colle almeno fino al 13 gennaio, giorno in cui Renzi pronuncerà a Strasburgo il suo discorso di chiusura del semestre di presidenza europeo. “Tutto richiede continuità istituzionale”, ha dichiarato Napolitano, ricordando che “a rappresentarla e garantirla mi ero personalmente impegnato ancora una volta, per tutto lo speciale periodo del semestre italiano di presidenza europea”, che si chiuderà di fatto con il discorso si Renzi, appunto.
Nel corso della cerimonia ha preso la parola anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il quale, confida che “il Consiglio europeo del 18 dicembre approvi il pur limitato piano di investimenti straordinari proposto dalla Commissione”. Per Grasso “si dovrà puntare a rafforzare la capacità produttiva dell’Europa e a favorire la spesa pubblica per investimenti degli Stati membri, utilizzando a pieno la flessibilità già prevista dal Patto di stabilità e crescita, senza abbandonare la via del rigore di bilancio”.