Bruxelles – Soffia l’ottimismo per l’operazione di taglio del valore dei titoli del debito greco in mano a privati e le borse europee dopo un martedì terribile ieri hanno seguito l’onda positiva. Le adesioni al piano che prevede un “haircut” al valore dei titoli ellenici stanno andando secondo i desideri di Atene (e dei partner) e c’è ottimismo anche nell’Unione europea.
Atene ha necessità che al piano di taglio dei titoli in mano ai creditori privati (chiamato “Psi”) l’adesione sia almeno del 75%, ma la quota ottimale sarebbe quella del 90%. Sotto i tre quarti di adesioni salterebbe tutto il progetto e la Grecia cadrebbe, immediatamente, in un fallimento incontrollato. Tra il 75 e il 90% invece il governo ellenico potrebbe decidere di irrobustire la situazione imponendo a tutti uno swap (cioè un concambio) con nuovi titoli a minor rendimento e scadenzamento allungato negli anni. Se le adesioni saranno sopra il 90% invece si avvierebbe un fallimento controllato, cioè programmato, con un taglio del valore nominale dei titoli del 53,5% e uno swap con nuovi titoli a più lunga scadenza e bond del Fondo salvastati Efsf per i 206 miliardi che sono in circolazione. Alla fine dunque il debito sarebbe attorno ai 100 miliardi.
Ieri sera le notizie erano confortanti, le adesioni note erano sul 60% e tra queste ci sono anche quelle di Intesa SanPaolo e Unicredit. Al ministero delle Finanze greco regnava l’ottimismo, “sorpasseremo il 75%”, dicevano ieri alcune fonti. A confortare i greci e i mercati anche il vice presidente della Commissione Ue Olli Rehn, secondo il quale “in base alle nostre informazioni – ha detto in un’intervista a Le Figaro – lo swap sul debito avverrà senza intoppi e avrà un interesse finanziario per il settore privato”. A Bruxelles, alcune ore dopo, mentre l’operazione procedeva, il suo portavoce Amadeu Altafaj diceva che “siamo fiduciosi che i risultati dell’operazione di coinvolgimento del settore privato rispetteranno gli obiettivi previsti”. L’operazione si concluderà questa sera alle 21, “aspettiamo e vediamo quali saranno i risultati finali, valuteremo la situazione a quel punto” ha aggiunto Altafaj.
Mentre in Germania il popolare quotidiano Bild (12 milioni di lettori) ancora attacca l’operazione chiedendo in sostanza il fallimento della Grecia, dall’Italia parte invece una delegazione della Camera dei Deputati inviata da Gianfranco Fini ad Atene per portare “sostegno e incoraggiamento” a istituzioni e cittadini. Possiamo permettercelo, lo certifica anche il capo economista dell’agenzia di rating Standard & Poor’s Jean-Michel Six che ieri a Parigi ha ammesso: “Se guardiamo a quello che ha fatto l’Italia in pochi mesi non possiamo che essere sorpresi”. Il nostro voto non cambia, ma il clima è diverso.
Come è stato diverso ieri nelle Borse europee. C’è ancora qualche preoccupazione (e speculazione) per la Grecia, ma le chiusure sono state in positivo tranne che per Atene (-1,22%) e Madrid, che paga le incertezze sui suoi conti pubblici con un -0.06%. Tra le Borse più importanti a Milano la migliore performance, con un +1,11%, Parigi cresce dello 0,89%, Francoforte sale 0,57% e Londra dello 0,44%.