L’iniziativa dell’europarlamentare belga Philippe Lamberts
Nel portale tutti i dati utili a scegliere un istituto in base a criteri etici
Non più Superbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira e Accidia. I sette vizi capitale adesso sono altri: Imprudenza, Cupidigia, Perversione, Tossicomania, Megalomania, Vampirismo e Furbizia. O almeno sono questi se parliamo di banche. A spiegarcelo è l’europarlamentare belga dei Verdi, Philippe Lamberts, che ha deciso di vestire i panni del novello David Mills, l’investigatore interpretato da Brad Pitt nel film “Seven” di David Fincher, che cerca di trovare l’assassino dei sette peccati capitali. Solo che questa volta l’oggetto della caccia sono gli istituti finanziari spregiudicati e lo strumento dell’indagine è un divertente e interattivo sito internet ( http://www.pechesbancaires.eu).
Il portale sembra fatto per i bambini, con animazioni e disegni, ma contiene numerose informazioni interessanti che possono essere molto utili ai cittadini belgi per scegliere la loro banca in base a criteri etici. Se guardiamo ad esempio al capitolo “cupidigia” scopriamo che nel 2011 i 15 leader delle principali banche di Stati Uniti e Europa hanno ogni guadagnato in media circa 10 milioni di euro, con un incremento dell’11, 9% rispetto al 2010, livelli che risultano ancor più esorbitanti in periodi di crisi e fallimenti.
Uno schema mostra le cifre esatte riferite alle principali banche presenti sul territorio belga. Per non lasciare però solo lo spazio alle critiche Lamberts, che ha creato il sito grazie all’aiuto del suo collaboratore Gaspard Denis, lancia anche per ogni problema evidenziato la sua proposta per risoluzione. Nel caso della “cupidigia” ad esempio l’ecologista propone di istituire un tetto allo stipendio dei dirigenti in modo tale che non posa essere più di 10 volte superiore alla media dei salari più bassi di un dipendente di banca. Una misura non affatto esagerata e che anzi, come spiega il sito, è già applicata dall’olandese Triodos Bank, i cui salari più alti sono limitati a 9,8 volte la media dei salari più bassi.
C’è poi un glossario, diversi studi, una pagina dedicata ai siti esterni per approfondire l’argomento e gli interventi in Aula dell’europarlamentare sul tema. Non manca infine uno schema comparativo degli istituti finanziari in base ai criteri: finanziamento dell’economia reale, assenza di speculazioni finanziarie, indebitamento, stabilità della base finanziaria e utilizzo o meno dei ‘paradisi fiscali’. Al cittadino non resta altro che navigare nel portale. E poi scegliere con consapevolezza.
Alfonso Bianchi