Un diplomatico africano, che rimarrà anonimo, una volta disse: “Alcuni paesi fanno offerte che non possiamo rifiutare; l’Europa ci fa un’offerta che non capiamo”.
Ecco. Penso la dica tutta. Perché tutto quello che viene prodotto dalle istituzioni europee deve essere così complicato, insondabile-ho usato una parola difficile di proposito – e in ultima analisi… noioso? Basta leggere le centinaia di acronomi, i comunicati stampa, i titoli delle legislazioni, o guardare i siti ed i video. Mi rendo conto che è una grande generalizzazione, ma molto vicino alla verità…. Perché, mi chiedo?
Un paio di possibili risposte:
DISINTERESSE. Alle istituzioni europee la comunicazione non interessa granché e non sanno come farla, perché molti dei funzionari che si occupano di comunicazione non hanno l’esperienza adatta. (Ah, senti, visto sei stato così bravo come esperto di politica di concorrenza, perché non ti occupi di comunicazione per un po’?).
SUPPONENZA. Le istituzioni europee in realtà non vogliono essere capite, con un atteggiamento del tipo ‘lasciamoli indovinare’ oppure ‘è impossibile semplificare’. L’idea è che, rendere le cose più semplici e comprensibili significa necessariamente diminuirne l’importanza, svalutando il serio lavoro dei funzionari.
Anche se c’è qualcosa di vero in entrambe le risposte, in particolare nella prima, penso che ci sia un’altra risposta, forse più filosofica, probabilmente alla radice del problema:
GENETICA. Il DNA dell’Unione europea non consente l’immediatezza e la semplicità: la storia dell’Unione europea è piena di compromessi, di sfumature di grigio che per loro natura non possono essere del tutto chiari; è fondamentale cercare di non offendere nessuno e trovare un minimo denominatore comune, che per forza di cose non può essere che noioso e vago; e questo criterio viene applicato sia quando si devono prendere le decisioni e sia quando queste decisioni devono essere comunicate.
Ci sono innumerevoli esempi di questo make-up, se si ha la forza di passare un po’ di tempo a ‘studiare’ il materiale.
Qualche tempo fa sono andata a finire sul portale webcast della Commissione europea e mi sono messa a guardare i titoli degli ultimi podcasts. Eccoli qui: che senso hanno per chi non lavora nelle Istituzioni qui a Bruxelles? Accidenti, che peccato essermi persa il.. CALL FP7-SME-2012 – Evaluators’! Voi direte, non è giusto andare a guardare solo gli acronimi difficili e i titoli incomprensibili. E forse avete ragione. C’è stato qualche miglioramento: per cominciare, questi titoli webcast non li ho piu’ trovati – (forse hanno letto il mio post?); poi, tutto il sito web dell’Unione europea (www.europa.eu) è stato rifatto ed è molto meglio di prima; le parole e le sezioni sono abbastanza facili da capire, ma è così pieno di parole e solo di parole che, dopo 2 minuti, ti passa la voglia.
Provate a chiedere a qualcuno che ha effettivamente cercato di trovare qualcosa di specifico sul sito della UE, beh, buona fortuna, probabilmente non sarete in grado di parlargli visto che sta ancora cercando! Mi hanno detto che gli stessi funzionari dell’UE usano Google se devono trovare documenti specifici nel sito Europa.eu; questo perchè – sempre con l’idea del “non possiamo offendere nessuno” – tutti, dico tutti i documenti pubblicati dall’Unione Europea devono esservi inseriti anche se poi non si riesce a trovare piu’ niente.
Altro esempio: nella sezione ‘Newsroom” della UE, tra gli ultimi video, – chiaramente continuamente aggiornati- il primo ad apparire, quando sono andata a controllare, si chiamava: “Adoption of the A items, Education, Youth, Culture and Sport, (audio) 999999999999 – Council of the EU and European Council”: non è un gran bel titolo, sarete d’accordo, ma in fondo questo non è lo show business; se, come me, aveste deciso di cliccare per vedere di cosa si trattava, sapete che immagini sarebbero apparse? Beh, una: un fermo immagine (il titolo indicava che era un pezzo audio – ma allora perché nella sezione “Video”?), E che cosa avreste sentito, qualora aveste avuto, sempre come me, voglia di andare avanti? La voce di un traduttore che comincia a parlare – e va avanti per circa 8 minuti – di fosfati e di detersivi per la casa (ma scusate, sono solo io a non vedere il nesso con quel bel titolo?). Certo, forse bisogna ascoltarlo tutto e magari qualcosa inizierà avere un senso … ma chi avrà la voglia o la forza di farlo? C’è altro da dire? A volte mi dispero.
Virginia Mucchi (la trovate anche su http://virginiatake3.blogspot.be/ )