Il 2013 sarà l’ “Anno europeo dei cittadini” e avrà come obiettivo quello di aumentare, negli abitanti degli stati membri, la consapevolezza dei diritti legati alla cittadinanza Ue. Con un occhio di riguardo per l’informazione rivolta ai giovani.
Così il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha scelto di celebrare il ventennio dalla firma del Trattato di Maastricht che nel 1993 istituì il concetto di “cittadinanza dell’Unione” con il fine di rafforzare e promuovere l’identità europea e consentire ai suoi cittadini di partecipare attivamente al processo d’integrazione – idea poi ribadita anche dagli accordi di Amsterdam del 1999 e di Lisbona del 2009 – e ha approvato a larga maggioranza (518 voti a favore, 63 contrari e 19 astensioni) la relazione dell’eurodeputata cipriota Antigoni Papadopoulou, membro del gruppo dei socialisti e democratici (S&D, CY).
“In un periodo di crisi economica, politica e sociale, a soli 20 mesi dalle elezioni europee, è assolutamente essenziale mettere la cittadinanza dell’Unione e la democrazia partecipativa al centro dell’agenda politica” ha commentato Papadopoulou fiera del risultato.
Molte saranno, allora, le iniziative previste per l’anno a venire in tutta l’UE tra le quali manifestazioni, conferenze e seminari organizzati sia a livello europeo che in ambito nazionale, regionale e locale con il patrocinio di alcuni eurodeputati per informare il pubblico sulle possibilità di lavoro, studio, mobilità e volontariato in Europa e più in generale sui benefici della “cittadinanza europea”. Uno status, questo, che si aggiunge alla cittadinanza nazionale senza sostituirla e che sottopone i residenti negli stati Ue ai diritti e ai doveri previsti nei Trattati – come ad esempio il diritto di spostarsi e vivere liberamente in un altro Stato membro, il diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni europee e locali e il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo – ma dei quali “purtroppo molti di loro non sono consapevoli” commenta l’eurodeputata democratica Rita Borsellino secondo la quale “si tratta di un’iniziativa importante che vuole informare meglio i cittadini su come usufruire al massimo delle politiche dell’UE incentivando la loro partecipazione al processo decisionale dell’Unione e stimolando il dibattito sulle ripercussioni e sulle potenzialità del diritto alla libera circolazione.”
Particolare attenzione sarà dedicata alle iniziative rivolte ai giovani passando per il canale preferenziale dell’istruzione: anche in scuole ed università si terranno incontri durante i quali si parlerà dei diritti legati allo spostamento e alla possibilità di vivere in altri Stati dell’UE, del riconoscimento di qualifiche accademiche e professionali e dei programmi come Erasmus che permettono di trascorrere un periodo di studio all’estero.
Ci si occuperà anche dei diritti dei passeggeri e dei consumatori e dell’accesso all’assistenza sanitaria e alla previdenza sociale poiché “ormai è un dato di fatto che il mercato unico renda possibile vivere, lavorate, studiare e instaurare relazioni d’affari in tutta l’Unione, ma permangono resistenze alla mobilità che sarebbero superabili con una migliore informazione”. E’ quanto dichiara l’eurodeputato Pdl Marco Scurria riferendosi ad uno studio condotto da Eurobarometro. Del 31% dei cittadini Ue che considerano la possibilità di lavorare in un altro Stato membro, solo l’11% decide infine di farlo e il 15% di essi ritiene che esistano troppi ostacoli e un eccesso di burocrazia.
Loredana Recchia