La prima visita di un Pontefice al Parlamento europeo di Strasburgo, quella di Giovanni Paolo II, non fu affatto tranquilla. All’inizio del suo discorso Wojtyła fu contestato da Ian Paisley, europarlamentare dell’Irlanda del Nord e unico membro del Partito unionista democratico (Dup), che lo accusò addirittura di essere “l’anticristo”. Nell’ottobre del 1988 il Pontefice si era recato al Parlamento europeo per esprimere forte sostegno alla realizzazione di un’Unione europea economica e amministrativa e per chiedere maggiore attenzione ai valori cristiani comuni. Nel momento in cui prese la parola però successe l’inaspettato: Paisley si alzò in piedi, gridando, “io ti denuncio, anticristo! Ti rifiuto come nemico di Cristo e Anticristo con la tua falsa dottrina”.
Mentre il Papa guardava impassibile l’eurodeputato gli altri parlamentari iniziarono a lanciargli addosso una serie di documenti e riuscirono a strappargli di mano il foglio rosso con sopra scritto “Papa Giovanni II – Anticristo”. L’allora Presidente del Parlamento, Lord Plumb della Gran Bretagna, lo obbligò ad uscire dall’Aula dopo aver tentato inutilmente di metterlo a tacere per due volte consecutive. “Gli uomini della sicurezza hanno permesso un feroce attacco contro un membro della Camera, una violazione di tutte le leggi del Parlamento”, commentò in seguito Paisley.
L’incidente si verificò nell’ultimo dei quattro giorni di visita del Pontefice nella regione dell’Alsazia-Lorena. All’origine dell’episodio, la visione del rappresentante britannico di una Chiesa cattolica romana, “barbara ed intransigente”, e l’identificazione del Pontefice come “Scarlatta di Roma”.