“Stiamo realizzando una vasta riforma del mercato del lavoro per avere regole chiare e semplici, che aiutino gli imprenditori a investire e i cittadini a trovare un impiego”. Lo ha dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: aprendo i lavori dell’incontro interparlamentare europeo tra i presidenti delle commissioni competenti in materia di occupazione, ricerca e innovazione, il ministro ha sottolineato i passi che l’Italia sta compiendo per rispondere alle indicazioni di Bruxelles sulle riforme strutturali.
Quella del lavoro è una riforma che si sta scontrando con le resistenze dei sindacati, con Cgil e Uil che hanno annunciato lo sciopero generale per il prossimo 12 dicembre. Ma Poletti conta comunque su “un’approvazione rapida”, e ricorda che il jobs act “si inserisce in un quadro più ampio di riforme, volte a migliorare l’efficienza della giustizia, della pubblica amministrazione, dell’istruzione”. A questo sforzo dell’Italia, però, secondo il ministro si deve aggiungere il contributo dell’Europa “per spingere gli investimenti pubblici e privati, necessari per riprendere una crescita sostenibile”.
“La via europea per la creazione di una occupazione stabile e di qualità – per Poletti – richiede un forte coordinamento”. Serve un approccio trasversale, che passi anche attraverso il “ripensamento della governance europea”, basata secondo Poletti su “un impianto troppo verticale”. Il ministro ha precisato la sua idea: “Ci sono vari consigli: Ecofin, Lavoro, Istruzione e così via – ha dichiarato – ma c’è una difficoltà a collegare le diverse aree”. Un problema che l’Italia, durante il suo semestre di presidenza europeo, ha cercato di affrontare organizzando, ha ricordato il ministro, “incontri tra i ministri del Lavoro e quelli dell’Ambiente per discutere dei lavori verdi”, o ancora, tra “i ministri del lavoro e l’Ecofin per intavolare un dibattito sul sostegno europeo alla disoccupazione”. Un approccio coordinato per affrontare un tema, quello della crisi occupazionale, che per Poletti ha ormai raggiunto dei “costi sociali, non solo economici, troppo alti”.
Anche il presidente del Senato Pietro Grasso, nel suo saluto di apertura dell’incontro, si è soffermato sulle riforme, esprimendo un posizione analoga a quella del ministro. “È necessario che ogni Paese porti avanti le riforme strutturali”, ha dichiarato, aggiungendo che “spetta però alla Commissione europea attuare una politica comune per la crescita e l’occupazione”. Da questo punto di vista, Grasso ha espresso apprezzamento per il piano di investimenti annunciato dal presidente Jean Claude Junker, augurandosi che “si declini presto in progetti trasparenti e credibili per il rilancio dell’economia”. Secondo la seconda carica dello Stato, il piano Junker “però non basta”, servono decisioni politiche per “affiancare al rigore fiscale un rilancio degli investimenti pubblici”, anche attraverso “lo scorporo di alcune spese dal Patto di stabilità”.
La presidente della Camera Laura Boldrini ha invece posto l’accento sulla dimensione sociale. “Le politiche europee per la crescita e la competitività non vadano a scapito delle tutele sociali”, ha ammonito. I sistemi di welfare degli Stati membri, con il “loro carattere di universalità” sono “una peculiarità che l’Europa deve mantenere”, ha proseguito. Boldrini ha poi indicato in “ricerca e innovazione le direttrici lungo le quali l’Europa deve muoversi per garantire una crescita sostenibile”.