colonna sonora: Apparat – 44 (Noise Version)
Intorno al 450 a.C., prendendo per buona la numerazione degli anni in base alla fantomatica nascita del figlio del creatore, il dio buono, non quello che manda la gente a farsi esplodere né quello che rompe le palle pure se ammazzi una zanzara perché potrebbe essere tua nonna, né quello che regala la terra ai suoi fans senza stare troppo a vedere chi c’è sopra, che tanto i suoi fans hanno pure la bomba atomica (e possono averla perché non sono tra i cattivi), dicevamo, che ormai andate Fuori Tema dopo manco mezza riga, riga di scrittura intendo, non pensate subito alla droga, ma guarda tu che gente deve leggere sta rubrica, io farei un po’ di selezione ma no, qui pare de sta’ in Italia che entrano tutti, ci occupano le case, ci tolgono il lavoro, portano l’ebola, rubano, insistono per venderti le rose che quasi è meglio quando rubano, e tra rose e lavaggio vetri guadagnano mezzo milione al giorno, ma comunque dicevamo, intorno al 450 a.C. un giovane Σωκράτης, meglio conosciuto come Socrate, andava in giro per Atene cercando risposte alle domande che all’epoca attanagliavano tutta l’umanità, o almeno quella che non stava sempre davanti alla televisione.
Nasceva così la filosofia, quella occidentale, l’unica sensata, non quelle cagate cinesi o indiane di energie e spiritualità e massaggi e olii fatti con le ghiandole di animali in via d’estinzione o anche umane, infatti un mio amico dice che suo cugino è andato a farsi fare un massaggio da un cinese all’esquilino ed è scomparso ma poi hanno ritrovato il corpo completamente svuotato degli organi interni, che però era ancora vivo per qualche strano incantesimo, è tutto vero, lo raccontavano pure i ragazzi di Casapound durante la rassegna stampa di Leggo e Metro, venerdi sera poco prima della caccia al frocio.
Le domande principali alle quali gli esseri umani cercano da sempre risposte, sono un po’ quelle che si ripresentano ogni sabato sera: “dove andiamo?” (dopo una cena fuori con troppi amici che praticamente avete invaso il ristorante, alcuni manco riuscivi a vederli per quanto stavano lontani e il cameriere vi odiava e ha sputato in tutti i piatti); “cosa facciamo qui?” (ad una festa tristissima in cui vi siete imbucati dopo aver fatto un giro dei bar a colpi di superalcolici e cocaina e vi dividete tra chi molesta i presenti e chi cerca soldi e gioielli in casa); “da dove veniamo?” (quando gli agenti vi fermano perché state andando a 200 Km/h, incastrati su un muretto con le ruote che girano a vuoto e non ricordate assolutamente niente, soprattutto perché diavolo in macchina ci sia un cinese che ti massaggia e un altro che armeggia con un bisturi. E un indiano che vende le rose).
Ovviamente nel corso dei secoli sono state date mille risposte diverse ed altre mille nuove domande sono state poste, tra cui una delle più profonde: “com’è possibile che siano state fatte ESATTAMENTE mille domande? Questa è la millesima o la milleunesima”? La filosofia funziona così, è una materia meravigliosa, soprattutto se hai sempre avuto la media del 5 perché la prof. non capiva che la mia non era mancanza di studio, è che volevo scrivere nuovi capitoli del libro, senza averlo letto. Comunque a qualcosa ha risposto la scienza, a qualcos’altro la religione, a qualcos’altro ancora l’opinionista tuttologo del varietà della domenica.
Ci si è interrogati sull’essere, sull’io, sulle idee, sulla realtà. Una delle domande clou della filosofia moderna ad esempio è: “se cade un albero nella foresta amazzonica senza che sia stato abbattuto dalle ruspe mandate da Mc Donald’s per fare spazio agli allevamenti intensivi di hamburger e quindi nessun essere umano ne sente il rumore, si può considerare comunque rumore? La risposta più semplice sarebbe “graziearcazzo”, ma i filosofi dibattono da secoli su questo argomento, chiedendosi se la realtà sia oggettiva o soggettiva.
Oggi molte nuove domande nascono dai cambiamenti della società e siccome questa è una rubrica principalmente filosofica, vorrei proporre agli studiosi i seguenti quesiti per il dibattito dei prossimi decenni:
– Se uno non si fa un selfie con un amico e non lo tagga su feisbuc, si può dire che l’abbia incontrato davvero?
– Se uno guarda un concerto con i propri occhi e non attraverso uno schermo mentre fa un utilissimo video di teste e altri schermi alzati (di cui alcuni da venti pollici), con l’audio distorto, e quindi non può mettere niente si iutiub, può dire di esserci stato davvero?
– Se uno non fotografa e non condivide su instagram il piatto che ha davanti, può morire di fame?
– Se uno non si lamenta su tuitter che il venerdi non arriva mai, alla fine il venerdi arriva lo stesso?
– Se uno si cancella dai social netuorcs, continua ad esistere nel mondo reale?
Aspetto migliaia di commenti con i vostri pensieri, per dare un contributo al progresso di questa stupefacente materia.
Buon uichènd a chi pensa che la pietra filosofale sia un “mattone” scritto da Kierkegaard.