Il dibattito europeo stabilità-flessibilità prosegue, e pare non approdare a nulla a giudicare le parole di Graziano Del Rio. “Ci sono molti che insistono di più sulla necessità del consolidamento fiscale, altri sulla necessità di crescita”, dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Politiche di coesione al termine del consiglio Affari interni. Nulla di nuovo. “Credo che la sintesi sia stata raggiunta quando è stato detto che bisogna fare uso di tutta la flessibilità esistente all’interno del patto di stabilità”. Nulla di nuovo neppure qui. Si tratta del compromesso raggiunto tra popolari e socialisti per permettere l’elezione di Jean-Claude Juncker alla Commissione europea. In Europa si muove tutto molto poco, a quanto pare. L’Italia prova allora a velocizzare i ritmi di un dibattito stantio, proponendo ancora una volta di togliere dal calcolo di deficit e debito le quote nazionali di cofinanziamento dei fondi strutturali o delle spese sostenute per le calamità naturali. Sulla politica di coesione e i fondi strutturali “a noi pare coerente che il cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali europei siano scorportati dal calcolo del deficit, visto che si tratta di fondi europei per il sostegno di programma di crescita e sviluppo”. Ma più in generale, sottolinea Delrio, occorre “esplorare tutti gli spazi che il patto di stabilità lascia alla flessibilità per poter venire incontro alle esigenze delle regioni”.
Pensando a quello che sta avvenendo in questi ultimi giorni in Italia, non si possono non registrare nuove esigenze, soprattutto per la Liguria. Qui l’Italia è pronta a ricorrere agli strumenti di sostegno comunitari per sostenere almeno una parte le spese di riparazione dei danni provocati dal maltempo. “Per l’attivazione del fondo di solidarietà ci sono dei parametri precisi. Ancora dobbiamo fare la valutazione precisa dei danni, ma se ci saranno le condizioni l’Italia farà richiesta del fondo”.