La Turchia deve “fermare le sue azioni provocatorie e le minacce contro Cipro”. E’ quanto chiede una risoluzione del Parlamento europeo in riferimento alle ricerche petrolifere che Ankara sta attuando nelle acque cipriote. Con una risoluzione i deputati hanno condannato i rilevamenti marittimi della Turchia come “un’invasione della zona economica esclusiva (Zee) della Repubblica di Cipro e il suo diritto sovrano di esplorare le risorse naturali all’interno di essa”.
La nave turca per ricerche sismiche “Barbaros”, scortata dalla fregata della marina militare turca e da due unità di supporto logistico, è entrata in modo illegittimo all’interno della Zee, violandola per effettuare ricerche petrolifere. Tali operazioni “devono essere giudicate illegali e provocatorie”, tuonano gli euro-deputati, “e costituiscono una violazione dei diritti sovrani della Republica di Cipro nonché del diritto internazionale”. La Zona economica esclusiva è un’area del mare in cui uno Stato costiero ha il diritto di gestire autonomamente le risorse naturali. “Qualsiasi ritrovamento di gas andrebbe a beneficio di entrambe le comunità a Cipro se si potesse trovare una soluzione politica duratura per porre termine al conflitto”, afferma la risoluzione.
Sono possibili a questo punto ripercussioni negative sul rapporto tra Bruxelles e Ankara, cosi come sui negoziati di adesione, visto che la Turchia detiene lo status di candidato per l’ingresso nell’Unione. La situazione creatasi nelle ultime settimane, oltre a “pregiudicare il proseguimento dei negoziati per una soluzione globale della questione cipriota”, hanno aggiunto i deputati, “potrebbe avere un impatto negativo sulle relazioni della Turchia con l’Unione”.
L’esecutivo cipriota, negli scorsi mesi, aveva annunciato di volere bloccare il processo d’adesione all’Ue della Turchia, che già da solo non procede certo a velocità spedita. Anche il Consiglio europeo lo scorso ottobre aveva affrontato la questione, proprio sotto pressione di Cipro, specificando come “il riconoscimento di tutti gli Stati membri” sia una “componente necessaria del processo di adesione”. Nelle conclusioni del vertice gli Stati membri avevano quindi bacchettato Ankara perché “rispettasse la sovranità territoriale di Cipro e i suoi diritti sulla zona economica esclusiva”, esprimendo preoccupazione per le tensioni nel Mediterraneo orientale.
Il gruppo S&D si dice soddisfatto dell’approvazione della risoluzione pur sostenendo allo stesso tempo “il proseguimento dei negoziati per l’allargamento dell’Ue” alla Turchia.
Di parere opposto i Conservatori europei Ecr, che hanno votato contro la risoluzione in quanto, si legge in una nota del gruppo, “ è unilaterale e squilibrata e non contribuirà a risolvere la questione”.