Più investimenti in ricerca, più aiuti, più mezzi per l’evacuazione di personale sanitario internazionale colpito dal virus. L’Unione europea e gli Stati membri aumentano gli sforzi per fare fronte all’epidemia di ebola. Sforzi che hanno già superato lo stanziamento di 1 miliardo deciso dai leader Ue nel corso dell’ultimo vertice europeo, lo scorso 24 ottobre. Per prima cosa sono stati trovati nuovi mezzi per l’evacuazione del personale internazionale colpito dal virus, dopo che lo stesso esecutivo comunitario aveva ammesso di rischiare di non avere abbastanza aerei attrezzati per riportare in Europa i medici contagiati. Il primo Stato a impegnarsi in questa direzione è il Lussemburgo che metterà a disposizione due mezzi che saranno adattati allo scopo con il co-finanziamento della Commissione Ue che si farà carico anche della maggior parte delle spese di trasporto dei contagiati. “In un momento in cui la disponibilità di mezzi per l’evacuazione è un fattore così cruciale per incoraggiare più medici ad unirsi alla lotta contro Ebola, accolgo con particolare favore l’impegno del Lussemburgo”, commenta Christos Stylianides, commissario nominato coordinatore Ue per l’emergenza ebola.
Commissione Ue e industria farmaceutica hanno anche deciso di lanciare un invito a presentare proposte di ricerca contro il virus che saranno sostenute con altri 280 milioni di euro. L’obiettivo è non solo di affrontare l’epidemia attuale ma anche di prevenire ulteriori epidemie. “L’Ue è determinata a trovare una soluzione a ebola”, assicura il commissario europeo per la ricerca, Carlos Moedas: con i 280 milioni di euro in più, spiega, “stiamo intensificando lo sviluppo di nuovi vaccini e cure per aiutare a salvare vite nel mondo”.
Oggi l’Ue ha anche dato il via alla più grande operazione di trasporto di aiuti verso Paesi colpiti realizzata fino a questo momento. Dai Paesi Bassi è partita una nave carica di ambulanze, ospedali mobili, laboratori ed altro equipaggiamento utile. Il carico è stato fornito da nove Stati membri (Belgio, Gran Bretagna, Finlandia, Ungheria, Repubblica ceca, Austria, Paesi Bassi, Romania e Slovacchia) e dall’Unicef e l’operazione è coordinata dal meccanismo europeo di protezione civile. Misure messe in campo a pochi giorni dalla missione Ue che dal 12 al 16 novembre porterà nei Paesi colpiti Stylianides e il commissario europeo per la salute Vytenis Andriukaitis.