Domani a Bruxelles, sotto l’egida del FEPS, il think tank di socialdemocratici europei, più di 20 relatori tra accademici, politici e società civile e 200 partecipanti lanceranno un appello per una svolta radicale nelle politiche europee d’asilo. Il diritto all’asilo è, senz’altro, un diritto fondamentale dell’uomo sebbene, a causa del crescente afflusso di richiedenti asilo giunti in Europa, sia stato soggetto ad una legislazione restrittiva.
“Bisogna costruire una nuova narrativa progressista che affondi le sue radici nella solidarietà, nell’umanità e nella giustizia sociale e si concentri su politiche trasversali di asilo, vicinato e zona MENA”, ha affermato Ernst Stetter, Segretario Generale del FEPS. Questo momento di riflessione politica avrà luogo al Concert Noble e sarà intitolato ‘Portare la solidarietà nelle politiche d’asilo’.
Ad aprire il dibattito sarà il presidente della Feps Massimo D’Alema.
Secondo l’Appello è giunta l’ora di smettere di vedere l’immigrazione come uno strumento e di inquadrarla prevalentemente in relazione alle crisi. I socialdemocratici hanno il dovere di muoversi verso un approccio che si fondi sui diritti piuttosto che sui problemi, come viene attualmente fatto.
Le politiche di vicinato dell’UE sui conflitti e sui richiedenti asilo nella regione MENA
Per poter far leva su un nuovo approccio progressista, dice l’Appello, è necessario identificare gli slanci politici d’influenza pertinenti, per poter così intavolare e rilanciare ulteriori dibattiti a riguardo.
Le politiche d’asilo non possono essere separate dalla politica estera generale. I tumulti in Medioriente e in Nord Africa hanno un notevole impatto sull’asilo in Europa. Ogni posizione o azione intrapresa dai nostri governi dovrebbe prendere in considerazione gli effetti sortiti sui modelli di migrazione.
Contesto
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dal 2000 ad oggi, hanno perso la vita in mare più di 40.000 migranti in tutto il mondo.
Un numero record di 3.072 migranti ha perso la vita provando ad attraversare il Mar Mediterraneo quest’anno, contro i 2.360 del 2013, secondo il rapportoOIM dal titolo : “Fatal Journeys: Tracking Lives Lost During Migration”.
I numeri stanno crescendo in fretta, a causa dei conflitti che infuriano in Siria, Iraq, Libia e in altri posti. Quest’anno si sta candidando ad essere il peggiore degli ultimi decenni per il numero di arrivi illegali in Europa.