Bruxelles – Secondo le conclusioni del Consiglio europeo dell’1 e 2 marzo, delle quali siamo in possesso, i sacrifici imposti ai cittadini europei per rilanciare l’economia “danno i loro frutti”.
“Abbiamo fatto alcuni progressi – ha detto ieri in un incontro del Lisbon Council il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso – ed ora il nostro primo focus può essere posto sulla crescita sostenibile”. I governi e la Commissione mostrano dunque un certo ottimismo, ma un problema resta aperto: il potenziamento del Fondo salvastati permanente, l’Esm, che con la sua così definita “potenza di fuoco” di 500 miliardi in molti, Mario Monti è tra questi, giudicano insufficiente, più che altro sotto un profilo psicologico che altro, perché si ritiene che “più robusto è meno possibilità ci sono che venga utilizzato”, come spiega il presidente del Consiglio. Secondo Barroso “i capi di Stato e di Governo avevano detto che a marzo si sarebbe discusso del potenziamento e io credo, sono sicuro, che in quel mese si discuterà di maggiori risorse e si deciderà su questo. Ricordo però – ha sottolineato – che marzo ha 31 giorni”. Il presidente della Commissione esclude dunque che la decisione possa essere presa al Consiglio dell’1 e 2 o all’Eurogruppo, convocato ieri, che si riunirà qualche ora prima. D’altra parte la previsione non è difficile, visto che la Germania continua a sostenere che non è il caso di aumentare la dotazione. “Il Governo tedesco non vede attualmente alcuna necessità di discutere su un aumento delle capacità dei fondi Efsf (quello provvisorio, ndr) ed Esm”, ha detto ieri la cancelliera Angela Merkel parlando al suo Parlamento che ha approvato il nuovo piano di aiuti alla Grecia.
Il Consiglio di questa settimana avrà al suo centro la crescita, come l’Italia chiede da tempo. “Ci aspettiamo che le nostre proposte, avanzate insieme ad altri undici Paesi, siano riflesse nelle conclusioni”, ha detto ieri a Bruxelles il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero, che probabilmente già conosceva la bozza e sapeva che in larga parte le richieste italiane sono state accolte. In particolare il Consiglio invita a lavorare sui “poject bond”, una prima forma di “eurobond”, finalizzata a progetti infrastrutturali ben definiti. “Il lavoro sulla fase pilota deve essere sviluppato – afferma la bozza di conclusioni – con l’obiettivo di un accordo per giugno”.
Altro punto sul quale c’è un accordo tra i governi è un profondo intervento in materia fiscale. “Gli Stati membri dovrebbero rivedere i loro sistemi fiscali per renderli più efficaci ed efficienti, eliminando esenzioni ingiustificate ed allargando la base imponibile, alleggerendo la tassazione sul lavoro e rendendo più efficiente la raccolta e la lotta all’evasione fiscale”, dice la bozza e sembra di sentire Monti.