Ore decisive per la legge di stabilità italiana sotto esame alla Commissione europea. Entro domani si saprà se la manovra a firma Renzi e Padoan potrà essere accettata dall’esecutivo comunitario o se, al contrario, la strategia per il 2015 del presidente del Consiglio e del suo titolare del Tesoro sarà da riscrivere. Alla vigilia di una decisione tanto attesa fonti della Commissione lasciano intravedere segnali positivi per il nostro paese. Il collegio dei commissari è chiamato a stabilire solo se ci sono “gravi non conformità” alle regole del patto di stabilità e agli impegni europei, e da questo punto di vista l’Italia dovrebbe già avere le carte in regola. Si considera “grave” il discostamento dagli obiettivi di consolidamento di deficit strutturale pari a mezzo punto di Pil e l’Italia – che per il 2015 doveva apportare un aggiustamento dello 0,7% e lo porterà allo 0,3% – si ferma poco sotto il limite, allo 0,4%. Inoltre si nota che Pier Carlo Padoan da impegni annunciati di consolidamento pari allo 0,1% del Pil, ha deciso sforzi per correzioni da 0,3%. “Questo è buono”, sostengono a palazzo Berlaymont. L’aria che tira sembra indicare uno scampato pericolo. Ovviamente, fino a conferma ufficiale.
Ad ogni modo l’Italia non cesserà di essere un sorvegliato speciale. Il 4 novembre (data fissata ma non ancora confermata) l’esecutivo comunitario pubblicherà le previsioni economiche d’autunno, a cui faranno seguito la pubblicazione dei pareri sulle leggi di stabilità (per metà novembre) e poi un rapporto sullo stato d’attuazione delle riforme in Italia (anche qui data ancora da confermare, ma sembra per la seconda metà di novembre e comunque dopo le previsioni economiche).