“Domani sarà l’ultimo Consiglio europeo a presidenza Van Rompuy, dopo 5 anni, e l’ultimo al quale parteciperà Barroso come presidente della Commissione, dopo 10 anni. Si chiude una lunga stagione”. Così Matteo Renzi ha esordito al Senato, illustrando all’Aula le proposte che porterà al vertice europeo di domani e dopodomani. Il premier auspica una “rapida attivazione delle nuove istituzioni europee”. In particolare della Commissione Junker, dalla quale Renzi si attende molto in relazione alla promessa di 300 miliardi di investimenti per la crescita.
“E’ una nostra grande vittoria – è tornato a rivendicare il premier – aver proposto, e oserei dire imposto, il piano di investimenti”. Secondo Renzi rappresenta il segno che “l’Europa volta pagina”, abbandonando la “linea del solo rigore” e dimostrando “attenzione alla crescita”. Il clima, secondo Renzi, “sta cambiando a livello internazionale”. Lo dimostrano “il G20 di Brisbane che sarà incentrato sulla crescita”, e il Fondo monetario internazionale che recentemente “ha sottolineato il focus sulla crescita”. Di fronte a questa situazione, per il capo del governo, “non è più rinviabile la discussione su come l’Europa debba uscire dagli spazi angusti del solo rigore”.
Il tema principale del Consiglio europeo di domani “sarà il pacchetto clima 2030”, ha sottolineato il premier, annunciando che “l’intervento italiano spingerà sulla necessità di realizzare le interconnessioni” energetiche all’interno dell’Ue. Se l’Unione ragiona “su una direttiva di sviluppo energetico sull’asse Nord-Sud, immaginando l’Africa come luogo di produzione – ha spiegato Renzi – ma poi non fa una pipeline tra Spagna e Francia”, allora dimostra una “mancanza di credibilità su questi temi”. Perché tutti gli sforzi diventano vani, e la strategia “si blocca davanti a difficoltà” di ordine infrastrutturale e burocratico.
Renzi ha parlato della politica energetica “come elemento per la creazione di crescita e posti di lavoro”. Ha annunciato che l’Italia “premerà per un grande investimento sui green jobs, in linea con quanto stabilito dai ministri europei dell’energia e dell’ambiente” nei rispettivi consigli informali. Il capo dell’esecutivo ha però confessato di attendersi una “contrapposizione con i paesi” che dipendono maggiormente “dal carbone e da vecchie tecnologie per la produzione dell’energia”.
Anche l’emergenza legata al virus Ebola sarà sul tavolo dei capi di Stato e di governo europei. Renzi ha annunciato che “si tenterà di individuare un responsabile unico all’interno della Commissione”, che si occupi della questione Ebola per conto dell’Europa.
Domani non si discuteranno i temi di politica internazionale. Almeno “non nella sede ufficiale”, precisa Renzi, che però ha voluto affrontare l’argomento nella sua comunicazione ai senatori. “L’Italia è convinta sia necessario mantenere l’integrità e l’unità del popolo ucraino”, ha dichiarato, ma allo stesso tempo ritiene “importante ritrovare il ruolo della Russia nella dimensione internazionale”.
Secondo il presidente del Consiglio, la questione è “fondamentale” ed è slegata “dall’ansia energetica ed economica”. Il premier ha precisato che “non sottovalutiamo” l’economia e l’energia, ma “la Russia è importante soprattutto per gli equilibri geopolitici”. Il riferimento è alla situazione in Siria e Iraq, dove “l’intervento italiano non terminerà a breve”, ha annunciato Renzi, aggiungendo che tale impegno “si deve ricollegare a una visione di insieme per l’intera area, che non può tenere fuori la Libia”.