La legge europea 2013-bis è stata approvata in via definitiva dalla Camera dei deputati. Il provvedimento, che risponde a procedure di infrazione e recepisce sentenze e norme comunitarie, è passato con 363 voti favorevoli, 19 contrari e 23 astenuti.
Michele Bordo, nella veste di relatore e presidente della commissione Politiche Ue di Montecitorio, ha espresso “soddisfazione per la rapida approvazione” della legge, ricordando che questo consente all’Italia “di chiudere otto procedure di infrazione e quindici casi di pre-infrazione, riducendo a meno di cento il numero di procedure ancora aperte”. L’esponente del Pd ha parlato di un “un ottimo biglietto da visita per l’Italia” e di “una potenziale carta da giocare durante il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre”.
I voti contrari sono arrivati dalla Lega, che aveva ripresentato, per l’ennesima volta, un emendamento per l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati. Proposta sulla quale il governo andò sotto alla Camera (nella prima lettura della legge), rimediando però al Senato, dove l’emendamento fu poi cancellato. Niente sorprese questa volta. Nonostante il voto segreto, la modifica avanzata dalla Lega non è passata.
Sulla legge, il deputato del Carroccio Stefano Borghesi è stato molto critico nell’annunciare il voto contrario del suo gruppo. “Dobbiamo adeguarci a direttive fatte a uso e consumo di altri Paesi”, ha dichiarato Borghesi, chiedendo che si ponga fine “alla politica che ci sottomette all’Europa”.
Critiche anche da Forza Italia. Elvira Savino, annunciando l’astensione dei parlamentari forzisti, ha puntato il dito contro la bocciatura dell’emendamento sulla responsabilità civile dei giudici. “Era stata già approvata alla Camera – ha sottolineato – ma Renzi si affrettò a dire che al Senato l’avrebbe cancellata, come poi è avvenuto”. Oggi però, sull’argomento, il governo ha presentato in Senato un emendamento alla riforma della giustizia. Per Savino è segno che il presidente del Consiglio “si è reso conto che non può più rinviare” la questione, perché “espone l’Italia a ulteriori procedure di infrazione”.
Il Movimento cinquestelle ha votato a favore della legge, pur mantenendo una posizione critica. “Non possiamo non votare questo provvedimento”, ha spiegato Dalila Nesci, “ma sappiamo che non basta perché l’Italia rimane destinataria di troppe procedure di infrazione”. I pentastellati hanno osteggiato un articolo in particolare, che prevede l’innalzamento della percentuale di succo naturale nelle bevande a base di frutta (passata dal 12 al 20%). Secondo la maggioranza, la normativa favorirebbe gli agricoltori che aumenterebbero le vendite di frutta. Ma per i cinquestelle crea un danno alle aziende italiane, dal momento che chi produce le bevande all’estero può continuare a venderle in Italia anche con percentuali di frutta inferiori al 20%.
Tra le norme previste dal provvedimento c’è anche l’abbassamento del limite massimo di permanenza degli stranieri nei centri di identificazione, che passa da 180 a 90 giorni. Altri settori sui quali la legge interviene riguardano l’assistenza ai consumatori, la detassazione delle successioni in favore di enti pubblici, fondazioni e associazioni senza fini di lucro, l’imposizione fiscale ai cittadini che abbiano un reddito percepito in parte in un altro Paese membro dell’Ue, la tassazione delle rendite finanziarie detenute all’estero, la sicurezza sul lavoro.