Arrivata in Commissione europea la legge di stabilità del governo Renzi. Senza indugi, ma con qualche incertezza, l’Italia ha portato le carte a Bruxelles che ora inizierà a verificare che le stesse carte siano in regola. Il lavoro non sarà rapidissimo: bisognerà attendere due settimane a partire da oggi per capire se per l’Italia ci saranno “gravi non conformità” con la legge di stabilità. In quel caso tra due settimane la Commissione si rivolgerà all’Italia. In caso contrario, la legge di stabilità potrà dirsi approvata. Contatti con le capitali saranno comunque attivati sin da subito, qualora si dovesse rendere necessario. “Se non ci dovessero essere cifre che sono essenziali per completare la nostra analisi dei testi, ci saranno contatti con i governi per averle”, ha spiegato Simon O’Connor, portavoce del commissario per gli Affari economici e monetari, Jirky Katainen. Per il resto è riservatezza massima, con la Commissione che si trincera dietro il silenzio. “E’ troppo presto per potersi esprimere sui testi”, ha tagliato corto O’Connor.
L’attenzione è tutta su Francia e Italia, i paesi che hanno annunciato che non rispetteranno i patti. La Francia non rispetterà la soglia del 3% nel rapporto deficit/Pil nel 2015, l’Italia non saprà correggere il deficit strutturale dello 0,7% del Pil come pattuito. Suonano come monito le parole della cancelliera tedesca, Angela Merkel, pronunciate oggi davanti al Bundestag. “Tutti i paesi membri dell’Ue devono rispettare completamente le regole del patto di stabilità e di crescita”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha definito il provvedimento licenziato dal Consiglio dei ministri e spedito a Bruxelles “una manovra espansiva, che cerca di essere anticiclica pur rispettando i vincoli europei”, assicurando che l’Italia rispetterà l’obiettivo del 3% nel rapporto deficit/Pil. Ma il nostro paese non è nel mirino per questo.