Una candidata più debole a diventare commissario europeo era difficile da immaginare. La slovena Violeta Bulc non ha esperienza politica, non ha esperienza di governo, non ha avuto il voto a favore del suo consiglio dei ministri, non si è ancora riusciti a capire bene quale sia la sua esperienza imprenditoriale, non è stata scelta coinvolgendo il presidente eletto della Commissione, che neanche la conosce (ovviamente) e oltre tutto non ha neanche un partito europeo che la possa sostenere.
Eppure domani sera alle 18 il buon Jean-Claude Juncker la ascolterà per vedere se è candidabile e che cosa le si potrebbe far fare. Sarà un percorso difficile. Bulc è la candidata ufficiale del premier sloveno Miro Cerar, dopo che il consiglio dei Ministri l’ha bocciata con sette voti contro sei. Gli altri partiti hanno stigmatizzato la cosa, i potenti pensionati hanno chiesto di arricchire la rosa, ma nessuno ha messo in discussione il nome di Bulc. Ammesso che al lussemburghese la signora vada bene e ammesso che i governi dicano di sì (questo in realtà è quasi scontato se il presidente eletto la proporrà) ci dovrà essere il voto del Parlamento dove nessun partito però si farà carico della slovena, perché il suo partito nazionale è definibile forse “liberale”, ma non fa parte dell’Alde, il partito liberale europeo. Dunque Guy Verhofstadt e i suoi saranno tutto sommato freddi verso la nuova candidata, come hanno dimostrato nei giorni scorsi. E per questo è anche poco utile a Juncker, non lo aiuterebbe a fidelizzare maggiormente alla sua Commissione alcuna forza politica della maggioranza.
Violeta Bulc, currently Deputy PM of Slovenia, started her career in #SiliconValley. More in her CV: http://t.co/kwpQuJ1xKs #TeamJunckerEU
— dr. Miro Cerar (@MiroCerar) October 13, 2014
Il premier Cerar ha lanciato oggi una campagna di sostegno a Bulc
Dovrà insomma fare una gran bella figura (che nessuno si aspetta) per passare, considerando che socialisti e popolari hanno formalmente detto di volere un’altra slovena come commissaria, la socialista Tanja Fajlon, eurodeputata alla seconda legislatura, stimata un po’ da tutti e che era nella prima rosa offerta a Juncker. I socialisti sloveni però, se pur al governo e decisivi per la tenuta della maggioranza, sono una forza minuscola (sei deputati ma ben tre ministri) e dunque stanno ben attenti a non cerare problemi perché la caduta del governo in questa fase potrebbe portarli alla scomparsa. Tra l’altro Fajon ha battuto il leader socialista alle ultime europee, e dunque non è così amata nel partito.
I settimanale sloveno Report, vicino alla destra, ha scritto oggi senza mezzi termini che l’audizione di Bulc, se mai ci arriverà, potrebbe essere un’altra “disgrazia” dopo quella di Alenka Bratusek. A suo favore gioca solo il tempo, che è diventato davvero poco, se si vuol far iniziare il lavoro del prossimo esecutivo alla sua data naturale, il primo novembre. Il portavoce di Juncker Margaritis Schinas, ha annunciato che “al più presto” saranno resi noti i risultati delll’esame. Chissà se ci sarà una sorpresa.