Il programma di ricerca sull’energia nucleare va avanti. A un solo giorno di distanza dalla decisione della Commissione di dare via libera agli aiuti di stato per il nucleare britannico, l’esecutivo comunitario annuncia l’avvia di un nuovo programma sulla fusione nucleare all’interno di Horizon2020, il programma di ricerca dell’Ue per il periodo 2014-2020. Si chiama EUROfusion, e avrà un copertura finanziaria complessiva di 850 milioni di euro da qui al 2018. La metà di questi fondi arriva dal programma di ricerca per l’energia da fusione Euratom orizzonte 2020. EUROfusion fornirà supporto tecnico al progetto Iter per la realizzazione del reattore termo-nucleare sperimentale internazionale, in costruzione in Francia, già finanziato dal precedente programma quadro per la ricerca. In attesa che Iter venga realizzato, EUROfusion fino al 2018 opererà nel più grande centro di ricerca sulla fusione attualmente operativo, il Jet (Joint European Torus) di Culham, nel Regno Unito. Proprio quel Regno Unito a cui la Commissione europea ha permesso, non più tardi di ieri, la concessione di aiuti di Stato per la realizzazione di una nuova centrale nucleare a Hinkley Point.
La commissione europea sull’energia da atomo tira dritto, e il responsabile all’Energia, Gunther Oettinger, ripropone il dibattito sulla presunta natura rinnovabile e sostenibile del nucleare. “La fusione – sostiene Oettinger – ha il potenziale per diventare una fonte di energia sostenibile, sicura e a zero emissioni di CO2, e oggi l’avvio del programma di fusione dimostra quanto l’Europa possa trarre benefici unendosi nella ricerca”. EUROfusion “fornisce il quadro per permettere all’Europa di mantenere la sua posizione di leader mondiale nella ricerca sulla fusione”.