Esplode il caos all’interno del gruppo dei Cinque Stelle al Parlamento europeo. Le tensioni che nello staff grillino a Bruxelles covavano, più o meno nascoste, già da diverse settimane ora si manifestano in tutta la loro forza: lo staff di comunicazione sarà completamente azzerato. A dover tornare a casa sarà tutta la squadra guidata da Claudio Messora, una quindicina di persone tra l’ufficio stampa più moderno (quello che si occupa di comunicazione multimediale, video e gestione dei social network) e i responsabili della comunicazione in senso classico. Della decisione sono ormai tutti consapevoli ma per il momento i diretti interessati restano ai loro posti dietro alle scrivanie perché ancora manca la comunicazione ufficiale che deve arrivare dallo stesso Parlamento europeo per quelli che sono, a tutti gli effetti, dipendenti dell’istituzione.
Su quali tensioni abbiano portato a una decisione tanto drastica la risposta ufficiale di tutti gli eurodeputati è la stessa: “No comment”. Ma chi è vicino al Movimento Cinque Stelle a Bruxelles non è affatto sorpreso di quanto sta accadendo in queste ore. La squadra di comunicazione, spiegano, è nata fin con un procedimento che è piaciuto molto poco ai deputati a Cinque Stelle: tutti, fin dall’inizio, si sono dovuti impegnare con Beppe Grillo e Roberto Casaleggio ad utilizzare mille euro dell’indennità a cui ogni eletto ha diritto per i propri collaboratori, per la creazione di uno staff di comunicazione (quello guidato da Messora appunto) costituito da persone che i 17 eletti nemmeno conoscevano e su cui non hanno alcun controllo. Così in effetti è stato, con la nascita di un ufficio che con i singoli deputati ha contatti scarsissimi ma opera in piena autonomia. Una decisione che a diversi eurodeputati pentastellati non è andata giù perché apparsa come un’ingerenza troppo forte che li ha privati di alcune loro prerogative. La stessa cosa già accaduta con la scelta, presa da Roma, di escludere i Verdi dai possibili alleati per la creazione di un gruppo al Parlamento europeo.
A questo vanno ad aggiungersi risultati che in questi mesi, secondo i deputati, sul fronte comunicazione, sarebbero stati scarsi, con una bassa copertura mediatica dell’attività del M5S al Parlamento europeo, rispetto ai colleghi di Roma. Il malcontento insomma c’era da un pezzo ed arriva a esplodere proprio a due giorni dal congresso organizzato dai grillini al Circo Massimo. “Credo che per il Movimento 5 Stelle questo sia il momento di concentrarsi sull’organizzazione della tre giorni di incontri #italia5stelle, momento cruciale per confrontarsi e raccontarsi al Paese”, coglie la palla al balzo Messora sul suo blog, confermando anche che “nessuna notifica ufficiale è ancora pervenuta”.
Da Roma l’azzeramento dello staff viene fatto passare come una decisione di Casaleggio che sarebbe dunque tornato sui suoi passi ed avrebbe deciso di mandare a casa Messora. Bisogna vedere se è stato effettivamente così, o se invece la decisione sia stata presa direttamente dagli eurodeputati eletti a Bruxelles causando, in questo caso, uno strappo con i fondatori del Movimento a Roma.