I deputati europei hanno inviato a tre dei commissari designati “rimandati” la lista delle domande scritte a cui dovranno rispondere. La più tartassata è la Ceca, Věra Jourová, designata a Giustizia, Consumatori e uguaglianza di genere a cui sono state recapitate ben 32 domande su diversi temi tra cui libertà di movimento, politiche anti discriminazione e mandato di arresto europeo.
Al commissario ungherese designato alla Cultura, Tibor Navracsics, oltre alle domande specifiche sulle politiche che da lui dovrebbero essere gestite tante, e minuziose, le domande sui suoi rapporti con il discusso presidente Viktor Orban e il ruolo da lui avuto nella stesura dei provvedimenti più discussi. “Lei ha detto che la legge sui media è stata modificata in modo tale che ora corrisponde completamente ai valori dell’Ue. Potrebbe spiegare in dettaglio?”, “Durante l’udienza lei ha detto che se ci fossero tendenze anti-europee nel sistema scolastico ungherese, lei le avrebbe combattute. Ma così lei nega ogni esistenza di problemi nel governo ungherese anche se ha promesso di servire i valori Ue”, e ancora “per quanto riguarda la riforma dei media e del sistema giudiziario, è pronto a dichiarare ufficialmente e pubblicamente che nel loro progetto originale (che lei ha ispirato), non erano in linea con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea?”.
Al commissario designato britannico Jonathan Hill, oltre ad altre domande sul conflitto d’interessi (“Potrebbe fornire alla commissione un elenco completo dei servizi finanziari per cui lei, o le società in cui ha avuto incarichi di amministratore o azioni, ha lavorato?”), i quesiti sono tutti incentrati a capire come intenderà (e con quanta energia) regolamentare i servizi finanziari. “Qual è la sua visione di un Mercato dei Capitali dell’Unione ben regolamentato e integrato?”, “è a favore di un sistema unico di garanzia dei depositi dell’Ue?”, ma anche “può dare un chiaro impegno che, quando legifererà per l’Unione garantirà l’integrità del mercato unico e non proporrà né sosterrà di introdurre una doppia maggioranza di voto applicabili ai Paesi della zona euro e a quelli senza la monenta unica come avviene nell’Autorità bancaria europea?”.
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