Rappresentanza in Parlamento, valori di riferimento e nuove modalità di accesso ai fondi. Sono questi i tre pilastri del nuovo regolamento per i partiti politici europei, adottato dal Consiglio Affari Generali. Innanzitutto i partiti politici europei e le fondazioni a loro affiliate dovranno acquisire uno “status giuridico a livello comunitario”, si legge nel regolamento, “per aumentare la loro visibilità ed il riconoscimento a livello europeo”. Status che è pre-condizione necessaria per ricevere i finanziamenti pubblici a carico del bilancio dell’Unione.
Per ottenere lo “status giuridico”, le forze politiche dovranno includere rappresentanti di almeno un quarto degli Stati membri, ossia 7 su 28, e dovranno rispettare “i valori su cui si fonda l’Unione Europea, come la dignità umana, la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani”. A giudicare la conformità a queste norme sarà un’autorità indipendente con sede al Parlamento europeo, e lo potrà fare anche periodicamente, applicando eventuali ammende per i partiti che violano il regolamento.
L’altro aspetto rilevante del nuovo regolamento è quello dei finanziamenti pubblici. L’attuale distribuzione dei fondi a carico del bilancio Ue rimane invariata: il 15% di i fondi è distribuito in parti uguali ai partiti e fondazioni politiche europee, mentre il restante 85% è distribuito tra i partiti in proporzione alla loro quota di euro-parlamentari eletti. Le donazioni da persone fisiche o legali invece non dovranno superare i 18 mila euro l’anno (ora il limite è 12), e i nomi di coloro che annualmente donano più di 3 mila euro dovranno essere resi pubblici.
Con questo regolamento i partiti non sono più tenuti a presentare un programma annuale di lavoro, tuttavia devono giustificare “ex post” le modalità di utilizzo dei fondi. Le nuove normative adottate dal Consiglio entreranno in vigore dal primo gennaio 2017 “per fornire agli Stati membri sufficiente tempo per assicurare un’applicazione efficace a livello nazionale”.