Il ruolo del Partito socialista europeo, del gruppo dei Socialdemocratici all’Europarlamento e il rapporto con la nuova Commisisone europea: fanno il punto della situazione fra ciò che ha funzionato meglio e ciò che invece “bisogna migliorare” Patrizia Toia, capodelegazione del Pd presso il gruppo dei socialisti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi, in occasione del dibattito “Il futuro dell’Italia e dell’Europa, fra sfide e priorità”, organizzato dalla delegazione del Pd e il Ps belga.
L’ottimismo e la soddisfazione per il lavoro svolto finora non mancano. Così come, la capodelegazione Toia e il sottosegretario Gozi, hanno ben in mente dove “si sarebbe potuto e si potrà fare meglio”. Il riferimento va prima di tutto al Partito socialista europeo, definito da Mark Tarabella, europarlamentare belga presente al dibatto, un po’ come “l’anello mancante”. Facendogli eco Gozi, parafrasa Magritte: “Ceci n’est pas un partie”. È proprio questo il punto secondo il sottosegretario: “Dobbiamo arrivare a poter dire che il Pse est en fait un partie”, creando collaborazioni transnazionali fra le forze politiche affiliate”. “Diverse organizzazioni europee, devono essere riformate perché funzionino di più”, spiega Gozi, “e fra queste vi è anche il Partito Socialista europeo”. Prendendo l’esempio del Pd e del Ps belga, “sono necessarie nuove alleanze e network fra le forze politiche”, uscendo da quelli che definisce i “microcosmi nazionali”. Su questo fare squadra, secondo il sottosegretario, si gioca la forza del Pse e la sua capacità di cambiare le politiche comunitarie.
Anche secondo Toia il Pse deve fare molto di più perché “qualcosa è mancato in sede di negoziati per la formazione della nuova Commissione”, ribadendo un po’ le critiche già espresse sulla composizione dell’esecutivo comunitario “squilibrato politicamente rispetto la nostra effettiva forza”. Anche se Gozi, pragmaticamente, fa notare che “se molti governi degli Stati membri sono di centro-destra ovviamente questi propongono esponenti popolari o liberali a discapito del numero di socialisti”. Ad ogni modo la speranza per i due membri del Pd è che si riesca a creare una più stretta collaborazione con gli esponenti socialdemocratici della nuova Commissione per evitare che, come successo in passato, “ci sia latitanza dei membri socialisti sulle tematiche chiave”. L’esecutivo comunitario, secondo Toia e Gozi presenta comunque novità importanti come l’assetto organizzativo “a cluster” e l’unione dei portafogli energia e clima che “non è più pensabile vadano separati”.
Certo, ora la palla passa al gruppo parlamentare che nelle audizioni “si attenderà il massimo sui contenuti da parte dei commissari designati” soprattutto in termini di quella “flessibilità necessaria per gli investimenti”. E proprio la flessibilità è fra i tema caldi della Presidenza italiana, e “anche l’Agenda Van Rompuy di giugno ha recepito la nozione di miglior uso della clausola di flessibilità”, si compiace Gozi. Cosi come, continua, “è positivo il fatto che i 300 miliardi in tre anni promessi da Juncker siano stati definiti addizionali e quindi ci si aspetta anche dell’altro”
Al di là di ogni valutazione su ciò che è stato, il gruppo socialista è convinto che ogni commento definitivo dovrà essere espresso una volta terminate le audizioni dei commissari designati, che avranno inizio lunedì 29 settembre e finiranno martedì 7 ottobre.