Qualche “importante misura” è stata adottata, ma in Italia non c’è la necessaria “attenzione” al problema della tratta degli esseri umani. A certificarlo è il primo rapporto realizzato da un gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sull’applicazione della Convenzione contro il fenomeno nel nostro Paese. Il rapporto riconosce “lo sviluppo di un quadro giuridico destinato a combattere la tratta degli esseri umani in Italia”, ma rimangono forti le preoccupazioni per la mancanza di un “piano di azione nazionale”.
Nonostante le autorità italiane siano in fase di elaborazione del primo piano nazionale sul tema, da Strasburgo si “sottolinea l’importanza di adottare in via d’urgenza un piano d’azione contro la tratta nazionale, di definire le priorità, gli obiettivi, le attività concrete e le parti interessate responsabili della loro attuazione”. Per il Consiglio d’Europa, che non è un’istituzione Ue ma un organismo internazionale per i diritti dell’uomo, le autorità italiane dovrebbero concentrarsi sul traffico di esseri umani sfruttati per lavorare e perseguire penalmente i reati commessi dai trafficanti, arrivando a condanne “dissuasive”.
Secondo il rapporto “devono essere adottate misure aggiuntive per sensibilizzare il grande pubblico e scoraggiare la domanda di servizi di persone vittime della tratta”. Una maggiore attenzione, in particolare, dovrebbe essere dedicata al “fenomeno della tratta a fini di sfruttamento lavorativo, soprattutto nei settori ad alto rischio come l’agricoltura, il tessile, il turismo e i servizi domestici”.
Il gruppo di esperti di Strasburgo esorta anche le autorità italiane a “migliorare l’identificazione delle vittime della tratta tra i richiedenti asilo, gli immigrati irregolari e i minori stranieri non accompagnati”. Occorre verificare poi se le vittime possano “esercitare nella pratica” il diritto di “ottenere un permesso di soggiorno sulla base della loro situazione personale. Infine, il gruppo di esperti del Consiglio d’Europa chiede alle autorità italiane che “rafforzino l’efficacia delle inchieste su reati legati alla tratta e a utilizzare pienamente le misure disponibili per proteggere vittime e testimoni”.