Il vertice Ue sull’occupazione fortemente voluto e pubblicizzato da Matteo Renzi alla fine si svolgerà l’otto ottobre, come ci si attendeva. Ma ieri è stato giallo, prima che da Palazzo Chigi una nota ufficiale smentisse tutte le dichiarazioni e le voci circolate sin dal primo mattino. L’argomento doveva essere il centro di un dibattito a Strasburgo con Commissione e Presidenza del Consiglio Ue. Il dibattito coi deputati è stato però, in maniera alquanto paradossale, definito “prematuro” dal sottosegretario Benedetto Della Vedova che, parlando in Aula a nome della presidenza italiana, spiegava che “il vertice non è stato formalmente convocato e non è stato definito alcun ordine del giorno”. Una discussione “più circostanziata sulla questione – continuava un Della Vedova evidentemente ‘fuori linea’ – potrebbe tenersi in ottobre, quando verranno presi in esame a livello più ampio i preparativi del Consiglio europeo”, convocato per il 24 ottobre. Il sottosegretario aveva poi scaricato le responsabilità della mancata convocazione del vertice voluto da Renzi sulle altre istituzioni comunitarie. “La convocazione – ha detto – è competenza del Presidente Herman Van Rompuy in collaborazione con il Presidente della Commissione e sulla base dei lavori dell’Eurogruppo”.
Nelle conclusioni del Summit dei capi di Stato e di governo dello scorso 30 agosto si affermava però che “il Consiglio europeo si rallegra dell’intenzione espressa dal governo italiano di organizzare, nel mese di ottobre, una conferenza a livello di capi di Stato o di governo sull’occupazione, in particolare l’occupazione giovanile, sulla scorta di quelle tenutesi a Berlino e a Parigi”. E’ dunque Roma che ha le fila dell’organizzazione, e il summit ci sarà. Ma oltre a Della Vedova ieri anche fonti diplomatiche a Bruxelles e fonti francesi (Parigi sostiene fortemente l’Italia nell’organizzazione del vertice), spiegavano che l’evento è rinviato “sine die” per “questioni di calendario”, come disse anche il portavoce del governo Stéphane Le Foll, senza aggiungere dettagli.
Nel dibattito a Strasburgo con i deputati si erano levate pochissime critiche per la notizia, nessuna dai banchi dei popolari e dei socialisti. A puntare il dito contro l’Italia il greco Dimitrios Papadimoulis della Gue che si chiedeva: “Dov’è il cambiamento verso la crescita promesso da Renzi? Non siete neanche in grado di dirci la data del vertice dedicato al tema”. “Ormai all’ordine del giorno mettete la logica del rinvio. Prima ci dite che il vertice dovrebbe essere a ottobre e poi non sapete neanche dirci quando ci sarà”, gli faceva eco il verde tedesco Sven Giegold .
“Posso solo dire che ne sapremo di più quando la riunione sarà convocata, e penso che potremo avere un discussione più circostanziata nella plenaria del prossimo mese”, ovvero il 21 ottobre, insisteva Della Vedova rispondendo alle richieste di chiarimento dei deputati.
Poi arriva la conferma da Roma che il programma non ha subito mutamenti: “La prevista conferenza europea su occupazione e crescita si terrà regolarmente in Italia il
prossimo 8 ottobre”, comunicavano da Palazzo Chigi, smentendo definitivamente che il vertice fosse “rinviato a data da destinarsi”.