Claudio Gigante è professore di Letteratura italiana all’Université Libre de Bruxelles e vicepresidente della società Dante Alighieri
di Bruxelles. In questa veste (anche in questa veste) si occupa della diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero, e si è fatto sostenitore e promotore, presso i soci della “Dante”, della campagna di firme lanciata dal nostro sito per il ripristino dei due canali Rai che dal primo ottobre Belgacom ha smesso di trasmettere.
Quanto è importante sottoscrivere la petizione per il ripristino delle reti Rai?
Secondo me è importante innanzitutto perché i programmi più interessanti, purtroppo, non vengono trasmessi su Rai 1, ma su Rai 3 e in generale l’offerta delle due reti bandite è di gran lunga migliore rispetto a quella del primo canale. Come molti altri connazionali mi sono accorto della scomparsa delle reti Rai proprio tentando di vedere la prima puntata del programma di Fazio e Saviano “Che tempo che fa del lunedì”.
Un buon servizio pubblico televisivo italiano all’estero deve essere garantito?
La Rai deve essere presente all’estero – e tanto più in una comunità così numerosa come quella italiana in Belgio – perché ci consente di sentirci a casa e di avere cognizione di tante cose (informazione, documentari, inchieste) che diversamente non ci raggiungerebbero attraverso altri canali. Dobbiamo considerare che qui in Belgio risiedono italiani di molte generazioni, anche gente che non possiede la parabola satellitare e anziani che non hanno dimestichezza con internet e per i quali la tv via cavo è l’unico modo per rimanere legati, nel bene e nel male, alla cultura italiana. Adesso al posto di Rai 3 potranno vedere Mediaset che però, a mio avviso, abbassa moltissimo il livello culturale trasmettendo soltanto programmi di scarsa qualità che non fanno onore alla nostra cultura. L’offerta del nostro servizio pubblico, poi, è spesso migliore anche dei contenuti che ci propone la tv belga; possiamo essere fieri di ciò che abbiamo ed è un peccato che ci venga tolto.
Belgacom e Rai potevano forse avvisare per tempo i loro abbonati…
Non aver fatto sapere nulla del cambiamento è molto scorretto, tanto più che molti italiani erano abbonati a Belgacom solo per questo; per vedere i canali italiani che dall’oggi al domani sono spariti senza nemmeno che ci fosse un tentativo di spiegazione. Non si può neanche passare alla concorrenza visto che anche Voo, da metà settembre, ha sostituito il servizio pubblico con Rai News 24.
Rai News 24 garantisce almeno l’informazione, non è sufficiente?
No, non basta. Vorrei spezzare una lancia in favore dello sport perché quello nazionale in fondo è seguito da moltissima gente. Molti appassionati seguono il calcio, ad esempio. La Rai ha concentrato tutti gli avvenimenti sportivi sul secondo canale che adesso non è più visibile; un cittadino che non ha la pazienza, il tempo o i mezzi tecnologici per continuare a seguirli su internet o via satellite è tagliato fuori. Certo, non sono queste le cose importanti nella vita, ma perché privarsi di un innocuo passatempo domenicale? Mi sembra un peccato che la ragione sia economica. Ciò che mi preoccupa di più, però, è dover rinunciare alla produzione televisiva di qualità più accettabile e allo spazio di approfondimento offerto da programmi dignitosi come Linea Notte e Ballarò: anche se a volte quest’ultimo appare come un teatrino di battibecchi per politici vanitosi resta un appuntamento di oggettivo interesse che ci permette di conoscere i volti dei nostri personaggi politici. È un vero peccato non disporre più di questa voce. Anche Fazio, in fondo, la domenica sera era divertente e Report è un programma eccellente dal punto di vista giornalistico: una delle poche cose “guardabili”. Rimane il primo canale che qualitativamente lascia a desiderare. Non avrei mai firmato una petizione solo per riavere Rai 1.
Qual è oggi il ruolo della Rai nel promuovere la lingua e la cultura italiana fuori dai confini nazionali?
Sicuramente trasmettere canali culturali italiani è anche un modo per far conoscere il nostro paese. Gli studenti belgi, ad esempio, usavano i programmi di Rai 3 per migliorare la conoscenza della lingua. Anzi, proprio loro si lamentano che i film della Rai sono misteriosamente criptati. Invece adesso, l’immagine che l’Italia darà di se stessa tramite le reti Mediaset sarà dequalificante: certi contenuti è meglio tenerli per noi e non mostrarli all’estero.
Lei sarebbe disposto a passare ad un altro operatore che distribuisse Rai 2 e Rai 3?
Si.
Intervista raccolta da Loredana Recchia