colonna sonora: Rob Dougan – Clubbed to Death
L’anno è ricominciato a pieno ritmo e dopo due settimane ho già bisogno di una vacanza a Ibiza (per chi non ci fosse mai stato, può documentarsi con il dettagliato reportage in due puntate scritto l’anno scorso per queste pagine: Daylife e Nightlife).
Dopo la trasferta in Galles e una misera domenica di riposo, sono stato inviato ad Anversa per un incontro tra le religioni, “Peace is the Future”, organizzato da Sant’Egidio. Non da lui in persona, ovviamente, dalla comunità.
È stato bellissimo vedere cardinali, monaci buddisti, preti ortodossi, emiri, ebrei, mussulumani, tutti insieme per dialogare e mangiare all’ottimo buffet gratuito, con vino australiano (di cui mi sono ritrovato misteriosamente una bottiglia nella borsa). Turbanti, copricapi architettonici, barbe impossibili, tuniche, veli, croci di ogni forma e metallo prezioso, anelli… dai vestiti colorati e assurdi sembrava di stare al carnevale di Rio. O forse di Poggio Mirteto.
La fede è una delle cose che mi affascinano di più al mondo (e chi si aspetta una scontata battuta sulle peculiarità sessuali di tale Fede di Castel di Piano, ha sbagliato rubrica).
Degli uomini ti dicono che esiste qualcosa di non umano, invisibile ma onnipresente e onniscente, che ci ha creati ma ci ha lasciato carta bianca e però in quanto sue creature dobbiamo seguire una serie di regole, tipo non mangiare alcuni cibi, cucinare in un certo modo, tagliare un pezzo di pisello (o peggio, per le donne; ma le donne nelle religioni contano poco, basta non desiderare quella d’altri, soprattutto se molto più grossi di te, e che facciano i figli. E che siano porche, ma di nascosto sennò è peccato, in quanto poi gli altri le desidererebbero. Curiosità: è la prima volta in vita mia che scrivo la parola “desidererebbero” ed è davvero difficile.) e vestirsi in modo buffo, per onorarlo ed avere in cambio le sette vergini di Okuto dopo la morte.
Questo chiaramente è solo un mix superficiale, ma non si allontana tanto dalla realtà.
Eppure un sacco di persone che reputo intelligenti hanno la fede, cioè credono che queste storie, con le dovute limature, siano vere. Giove e Apollo sono favole per bambini, la trinità (o Mosè o quello che non posso nominare sennò mi lanciano la fatwa) invece sono veri.
Ho sempre pensato che Dio fosse come Babbo Natale, che ad un certo punto qualcuno ti dice che non esiste. Invece Lui continua a stare là (e pure qua e pure lì dietro) e per Lui si fanno un sacco di cose, belle e brutte. È uno e trino, un po’ tipo Voltron che però era cinquino, ed è l’unico esistente. Cioè per ogni religione il proprio Dio è l’unico esistente.
Quindi mi domando se solo una religione abbia davvero ragione o in realtá sbaglino tutte ed esistano più Dii. O magari è sempre lo stesso che si diverte coi travestimenti.
Fatto sta che il nome di Dio viene ormai nominato più che invano, senza alcun rispetto, per seminare sangue e guadagnare soldi. Si fanno battaglie politiche e personali in suo nome e si giustificano assurdità tipo sterminare villaggi o l’esistenza dei papaboys. O l’otto per mille alla chiesa cattolica.
Va da sé che essendo in democrazia ognuno è libero di credere in quello che vuole (altrimenti bombardiamo tutto alla cieca per riportare l’ordine), figuratevi che io ancora credo nell’essere umano, e non voglio certo arrivare ad una conclusione su una rubrica settimanale (seppur entrata nella lista delle dieci testate più influenti, nel senso di capocciate) di uno dei misteri più antichi del mondo; è solo che al giorno d’oggi, con la conoscenza che abbiamo acquisito, mi stupisco di tanta fede in qualcosa che non è tangibile né verosimile, come potrebbe esserlo, chessò, l’a.s. Roma.
L’altruismo, la solidarietà, l’amore per il prossimo (basta che eterosessuale) sono virtù umane, non divine. Come anche la sete di potere, la vanità e il non pagare l’ICI.
Detto questo mi ritiro su un eremo ad interrogare i funghi magici in cerca di risposte per colmare questo vuoto spirituale che non riesco a risolvere con lo shopping.
Mi dispiace se ho offeso la sensibilità di qualcuno e se per caso l’ho fatto in realtà no, non mi dispiace.
Buon uichènd a chi pecca e a chi prega per noi peccatori.