La Commissione europea ha sospeso le misure di sostegno al mercato ortofrutticolo concesse come compensazione alle perdite dovute all’embargo russo. Si tratta di 125 milioni che saranno congelati in quanto, si legge in una nota dell’esecutivo, c’è stata una “sproporzione enorme” tra le richieste e le effettive stime di esportazioni mancate fatte da Bruxelles, con “le stime presentate per alcuni prodotti diverse volte superiori rispetto alle esportazioni totali annue medie di tutta l’Ue verso la Russia”. Le richieste più esagerate sono arrivate dalla Polonia che ha enormemente gonfiato le cifre inviate alla Commissione.
Il 18 agosto la Commissione aveva annunciato misure di mercato di emergenza per un valore fino a 125 milioni che serviranno a finanziare i ritiri dal mercato per i mesi di agosto e settembre di diversi prodotti (pomodori, carote, cavoli, peperoni, cavolfiori e cavoli broccoli, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, prugne, frutti di bosco, uva da tavola fresche e kiwi) che non possono essere esportati verso la Russia a causa dell’embargo messo in atto da Mosca come risposta alle sanzioni Ue per la questione ucraina. In cambio di una loro distribuzione gratuita a fini di beneficenza o di una loro mancata raccolta la Commissione aveva fissato dei prezzi di ritiro. Gli agricoltori dei vari Paesi erano tenuti a comunicare la quantità dei prodotti ritirati dal mercato ai governi nazionali che dopo un controllo avrebbero dovuto a loro volta comunicare queste cifre a Bruxelles. E proprio qui è avvenuto il cortocircuito. “In tutto sono arrivate richieste di rimborso per circa 170 milioni di euro, ben più dei 125 milioni previsti, e di queste richieste ben l’80% arrivavano dalla sola Polonia”, ci spiega un’alta fonte europea. Pur essendo uno dei primi esportatori in Russia è lampante che le cifre richieste dalla Polonia non stiano né in cielo né in terra e vadano ben oltre le perdite previste per i mesi di agosto e settembre nel Paese.
La Commissione ha per questo deciso di sospendere il provvedimento in attesa di chiarire la faccenda. La compensazione comunque non è stata annullata e l’esecutivo comunitario, si legge ancora nella nota, “presenterà uno schema più mirato nel prossimo futuro, tenendo in considerazione l’esperienza delle scorse settimane”. Secondo la fonte “non dovrebbero esserci rischi per tutti gli agricoltori europei che hanno già formulato correttamente le proprie richieste. Contiamo che le nuove stime corrette ci permetteranno di rimanere nella quota dei 125mila euro”, e di poter quindi accontentare tutti. La tempistica della messa in moto del nuovo schema non è però ancora chiara.