Bruxelles – Un quadro di monitoraggio delle foreste europee armonizzato e standardizzato, per mettere fine alle lacune tra i Ventisette di fronte a una pressione climatica che è destinata solo a crescere nel corso del prossimo futuro. È questo l’obiettivo della nuova proposta di Regolamento presentata oggi (22 novembre) dalla Commissione Ue, che si inserisce nella logica della prevenzione dei disastri ambientali sul continente: “La resilienza delle nostre foreste è uno dei nostri più importanti alleati nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella protezione della biodiversità”, ha riassunto così il concetto il commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, in conferenza stampa.
La missione del nuovo Regolamento comunitario – che ora dovrà passare dal processo legislativo ordinario, con il via libera del Parlamento e del Consiglio dell’Ue – è quella di creare “una base di conoscenze forestali completa“, attraverso un sistema di monitoraggio che garantirà “dati standardizzati e armonizzati” e che coprirà tutte le foreste e gli altri terreni boschivi sul continente. Più nello specifico si tratterà di un sistema di mappatura e localizzazione, un quadro di raccolta dei dati forestali – sia di quelli standardizzati attraverso il programma satellitare Ue Copernicus, sia di quelli armonizzati provenienti dagli inventari nazionali – e infine un quadro di condivisione dei dati che sarà pubblicato da Commissione Ue e Stati membri nel Sistema di informazione sulle foreste per l’Europa (Fise). Attraverso una combinazione di tecnologie di osservazione spaziale e di misurazioni a terra, si cercherà di porre fine al problema delle informazioni “disperse e incomplete” sullo stato delle foreste e sull’uso delle risorse e dei servizi negli Stati membri: “I dati sono spesso obsoleti e prodotti utilizzando definizioni divergenti”, rileva l’esecutivo comunitario.
Secondo la Commissione Ue, un migliore monitoraggio delle foreste permetterà di intervenire per rispondere alle “minacce transfrontaliere di parassiti, siccità e incendi selvatici, esacerbate dai cambiamenti climatici”, ma parallelamente anche per sviluppare “nuovi modelli di business, come l’agricoltura del carbonio”, e per sostenere la “conformità con la legislazione europea concordata”, dal Regolamento sulla deforestazione alla legge Ue sul ripristino della natura. È anche per questo motivo che la Commissione Ue ha adottato sempre oggi una proposta di aggiornamento della governance delle foreste con la creazione di un gruppo di esperti “inclusivo e interdisciplinare” degli Stati membri. Per quanto riguarda invece gli obblighi, il quadro di monitoraggio “non introduce nuovi requisiti amministrativi diretti” per le imprese (compresi proprietari e gestori), e “non comporterà costi aggiuntivi sostanziali per gli Stati membri, molti dei quali dispongono già di sistemi e tecnologie di monitoraggio”. Al contrario, si prevede che alcuni tra i Ventisette “saranno addirittura avvantaggiati” nel fornire tecnologie ed esperienze di monitoraggio ad altri Stati membri, mentre la Commissione sosterrà gratuitamente quelli che richiedono assistenza attraverso i servizi del programma Copernicus.
C’è poi da considerare l’aspetto economico. Secondo quanto sottolineato dall’esecutivo comunitario il nuovo Regolamento Ue garantirebbe ai gestori forestali di commercializzare i loro servizi ecosistemici, per esempio nell’ambito del quadro di certificazione dell’Ue per l’assorbimento di carbonio: “Sulla base di dati più credibili e accessibili saranno in grado di sviluppare nuove opportunità di business che forniranno un reddito aggiuntivo, aumentando allo stesso tempo l’agricoltura del carbonio e contribuendo alla mitigazione e all’adattamento al clima”. Secondo la valutazione d’impatto che accompagna la proposta, il valore economico del serbatoio netto di carbonio delle foreste Ue può essere stimato in 32,8 miliardi di euro. Inoltre, la fornitura di legname è pari a circa 16 miliardi di euro nel 2021 e il valore dei servizi ecosistemici normativi e culturali (il controllo delle inondazioni, la depurazione delle acque e le attività ricreative) è stato stimato a circa 57 miliardi. Perché parallelamente l’impatto dei futuri aumenti di temperatura sul piano economico è enorme: “I dati attuali mostrano che l’impatto su 32 specie arboree in Europa entro il 2100 dovrebbe ridurre il valore dei terreni forestali europei del 27 per cento“. Solo un intervento “strategico e consapevole” nel presente “può ridurre questo declino”, mette in guardia la Commissione Ue.